Ed eccoci qui di ritorno da Rimini (quello nella foto è l'ingresso in fiera, non al Caesar's Palace di Las Vegas). Ancora una volta, vivi. Il che non è poco visto la nebbia incredibile che è calata durante la quattro giorni adriatica. Sabato sera ad esempio, io e Valentina abbiamo accettato un invito a cena a Bertinoro e il percorso in macchina è stato a dir poco onirico con unico salvagente il navigatore che mi avvertiva delle curve e degli incroci. Ma la nebbia si è fatta sentire anche dentro la fiera: poche idee e confuse. Solita accozzaglia di ragazzini sbronzi, mamme con passeggino in gita domenicale e via dicendo con controlli alle porte quantomeno discutibili, della serie ti blocco l'operatore e lascio passare la banda di unni. A un distributore di birra arrivato dal Belgio e munito di biglietto è stato chiesto il biglietto da visita per confermare la sua attinenza al settore, e il bello è che il biglietto da visita è stato chiesto anche alla moglie...
Sorvolo sulle assenze (Peroni, Heineken, Guinness, Warsteiner) e sulle perplessità di alcuni presenti che probabilmente l'anno prossimo daranno buca (Forst, Menabrea, Radeberger, Carlsberg...) e a proposito di "buchi" che dire del "black hole" del padiglione con cavallo di cartapesta, divanetti sparsi e megaschermo made in Pineta di Milano Marittima? Boh, come boh anche per il venditore di arancini, quello di marzapane siciliano... Ho l'impressione che di questo passo Pianeta Birra 2009 rischi di assomigliare sempre più a una cronoscalata per ciclisti non dopati....
Ma veniamo davvero al bello ovvero gli artigianali in fiera. Solita atmosfera vivace, solito scambio di assaggi, con qualche iniziativa concreta come il Consorzio e molte birre in splendida forma. Tra gli assaggi che sono riuscito a fare, classifica quindi parziale, quella che mi ha colpito maggiormente è stata la BB10 di Nicola Perra, seguita dalla Farrotta di Jurij Ferri e dall'ultima versione di Lurisia di Teo Musso (il numero non mi viene in mente adesso...). La maglietta più bella della fiera senza dubbio quella di Giorgione da Roma (nome da pittore, fisico da tank, spirito alla John Belushi); la battuta migliore quella di Beppe Vento riferita a Cesare dell'Orso Verde: "E' un periodo che Cesare si pettina con i raudi"; la scena più bella e incredibile due tizi che in un bar della fiera bevevano Wuhrer in lattina; l'autodefinizione da consegnare ai posteri, sempre Beppe del Bi-du "sono un minimalista grunge". Così dopo Teo Jim Morrison, ecco Beppe Kurt Cobain, adesso si accettano candidati per Raul Casadei...
Che dire infine. Che Pianeta Birra perde pezzi, questo è poco ma sicuro. Che i birrai artigianali sono sempre più una certezza e che se proprio un difetto glielo vogliamo trovare è in termini organizzativi e di promozione dell'immagine. E che in fondo vale la canzone di Edoardo Vianello anni Sessanta: stessa spiaggia, stesso mare. Sottotitolo: per quest'anno non cambiare. Ecco appunto: per quest'anno... E il prossimo?