Forse è davvero la volta buona. Ancora qualche giorno sul notebook e poi la consueta dissolvenza per un paio di settimane. Ovviamente senza guardare mail, accendere il cellulare, lurkare (ho imparato una parola nuova) in giro tra blog e forum altrui. Come sempre arrivo a luglio un po' nauseato anche se sono consapevole che, dopo due giorni passati al sole come un ramarro, mi assalirà la crisi di astinenza da tastiera. Poco male, ho parecchie birre da bere con calma e alcuni libri da leggere il più rapidamente possibile. Per poterne poi acquistare altri, ovviamente. Di sicuro mi porterò via l'ultimo di Don Winslow, Il potere del cane, perché il primo, L'inverno di Frankie Machine, bruciava tanto andava via veloce. Chiuderò anche la lettura di tutto, o quasi, quello che ha scritto Edward Bunker con Mia è la vendetta e poi passerò a Gore Vidal e al suo Giuliano. Ma, visto che delle mie letture potrebbe anche, legittimamente, fregarvi poco, segnalo un libro che mi sembra promettere bene ovvero Birra e Vino di Charles Bamforth, uscito da poco per Donzelli Editore. Da qualche parte ho letto una recensione che metteva in evidenza i differenti approcci alla comunicazione e al marketing da parte dei produttori di vino e quelli di birra e sono abbastanza curioso di sapere se, alla fine, sarò d'accordo con l'autore oppure no. Questi ultimi giorni milanesi sono trascorsi ammanettati alla scrivania con uno stacco gratificante per la festa del Bi-Du a Bizzarone domenica scorsa. Il locale Le birre del Bi-Du mi è piaciuto parecchio, rivedere Beppe Vento e gli altri birrai presenti anche di più. Tra le birre assaggiate, quelle che mi hanno colpito maggiormente sono state la Yerba del Bi-Du e la Dau' del Troll, la prima per quella definita nota aromatica che mi ha fatto venire voglia di correre al mio take away indiano preferito, la seconda perché si lasciava bere da sola. Buona senza bisogno di impressionare, come chi è talmente sicuro di sè da non avere nemmeno bisogno di dimostrarlo.
21 luglio 2009
9 luglio 2009
Ligera? Leggera!
Posto qui, perché se mai ne avessi avuto intenzione di iscrivermi ora mi è passata del tutto, un topic uscito sul forum del MoBi intitolato "Ligera? Leggera!" dove il vicepresidente chiosa in maniera, a mio modo di vedere insinuante, il fatto che ho descritto la Ligera del Lambrate con le parole "Nel palato scorre, per l'appunto, leggera..." nel numero di luglio del Gambero Rosso. Al che la risposta di un consigliere è stata: "Ma povero Maurizio, Xe veneto, ostrega!". Che dire, avrei davvero preferito non leggerla, il fatto è che purtroppo, per dovere professionale e per curiosità personale, sfrucuglio abbastanza spesso nei forum, newsgroup e blog altrui. Cerco sempre di informarmi o di tenermi aggiornato, includendo nella lettura anche diatribe di cui mi frega poco o punto (questo è un toscanismo montanelliano perché pur essendo veneto di origine, discendo da toscani con "imbarbarimento" lombardo...). Colpa mia dunque, che dovrei fare il mio lavoro parlando con i birrai e stop. Invece cerco di allargare, dove e come posso, lo sguardo alla realtà artigianale nel suo complesso segnalando siti che reputo interessanti come microbirrifici.org e, almeno una volta mi pare di ricordare il MoBi. Ripeto, colpa mia. Il fatto è che della storia della Ligera, nomignolo dato alla malavita milanese di anni fa, sapevo: mi è bastato leggere rapidamente il sito del Lambrate per scoprirlo. Benché forse me l'avesse detto proprio qualcuno di loro, ma non sono sicuro. La frase segnalata dalle alte sfere del MoBi andava letta come un gioco di parole e niente più. A mio avviso era anche simpatico e non credo comunque che i lettori del Gambero mi spareranno per non aver loro rivelato una così preziosa informazione come la vera origine del nome. Invece vengo paragonato a quel tale, portato a esempio da Kuaska, che sbaglia l'origine del nome Golding... Che tristezza, davvero. In contumacia, portato davanti alla Sacra Rota della birra italiana e condannato con sarcastica irrisione. Vabbé ragazzi, prendo atto e memorizzo. Non ho evidentemente i meriti per ascendere alle vette immacolate del Monte Olimpo della cultura brassicola nazionale, lassù l'aria è troppo rarefatta e faccio fatica a respirare. Visti da qua sotto siete bellissimi come gli dei, inavvicinabili come loro, perfetti e luminosi come gli astri che vi hanno creato per portare la luce ai plebei che si infangano sulla terra.
7 luglio 2009
Ligera uber alles
La foto l'ho fregata dal loro sito, lo ammetto subito ma è dovuto al fatto che tra un tracollo del notebook e il lavoro non so dove diavolo è finito il mio archivio fotografico. In più, con tutto quello che ho da scrivere in settimana, nel tentativo vano di fiondarmi in ferie subito dopo e sparire dall'orizzonte degli editori, non dovrei essere qui a scribacchiare sul mio blog. Però, eggià però, per una birra come la Ligera del Lambrate un'eccezione la faccio volentieri. Perché? Perché è una birra che letteralmente adoro, perché l'ho bevuta qualche mese fa nel momento giusto, con la testa sgombra dai pensieri e senza nessuno che mi guardasse per capire cosa ne pensavo, perché mi ha sradicato letteralmente la sete di dosso, perché mi ha lasciato in gola un amaro che ti fa voglia di fare "aahhh" come i bambini assetati e passarmi una mano sulle labbra, perché è finita presto e mi è sembrato naturale prenderne subito un'altra, perché mi ha dato quella sensazione di libertà intima che mi ha fatto amare tanto la birra nelle sue declinazioni più informali. Luppoli, malti, lieviti, bassa e alta fermentazione, e tu da chi prendi ispirazione e perché la birra la fai così... Scusate ma a luglio la lampadina nel mio cervello tremola e i miei quattro neuroni iniziano a ballare la rumba. E' il momento in cui le parole contano sempre meno e la birra è solo liquido prezioso che mi entra in testa per le pulizie di primavera. In effetti, è anche il momento nel quale meglio comprendo quanto sono fortunato a fare questo lavoro...
1 luglio 2009
Gambero e Prosecco
Il titolo potrebbe voler significare un abbinamento. Che tra l'altro non è nemmeno male. Ma questo post vuole essere solo una comunicazione di servizio: sintetica perché sono giornate incandescenti di lavoro, oltre che di temperatura sahariana e umidità amazzonica, e perché sono, lo ammetto, ben contento di rivelare che sul numero di luglio del Gambero Rosso appare la mia prima collaborazione (le due pagine di classifica delle birre artigianali da bere in estate) e che, lo scorso 26 giugno, alla Scuola Enologica di Conegliano Veneto, ho ricevuto il premio per il miglior articolo apparso su riviste e periodici nel Concorso Giornalistico Primavera del Prosecco con un servizio intitolato "Il segreto del Prosecco" e apparso su Il Luogo Ideale. Gli altri premiati erano Anna Scafuri del TG1 (sezione Radio e Televisioni), Antonella Lanfrit del Sole 24 Ore (sezione Quotidiani), Alessandra Moneti dell'Ansa (sezione Web) e Anna Sandri de La Stampa (Primo Premio Assoluto). Insomma, me la canto e me la suono da solo e non è che la cosa mi esalti al massimo. Ma, che ci volete fare, son contento... Ogni tanto vedere riconosciuto il proprio lavoro fa bene e sarei ipocrita a non ammetterlo...
Vabbé, torno a lavorare che è meglio...
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