La pubblicità l'avevo vista di sfuggita in televisione. Esempio perfetto di come stia tirando in Italia il mito dell'artigianalità, della cura estrema del prodotto, del "questo l'ho fatto io" come un vetusto giochino della Settimana Enigmistica. La Splugen ai tre luppoli. Bella davvero. Un po' come le merendine fatte con la marmellata delle albicocche appena colte dall'albero, le verdure innaffiate ogni santo giorno da un sorridente ometto, e via di questo passo... Mi aspetto a breve la carne in scatola di angus scozzese o di bruna alpina e il tubetto spalmabile di tonno rosso in via di estinzione. Ma non voglio qui aprire una discussione sulla liceità, o almeno sulla veridicità, di queste tecniche di comunicazione. La pubblicità di per sè è esaltazione, credo che 50 anni di televisione siano stati chiari in questo senso. No, qui mi interessa capire perchè se proprio si deve fare 30, non si possa fare poi 31. Ovvero, se mi pubblicizzi una birra ai 3 luppoli, perché non mi dici di che luppoli stiamo parlando? Sono convinto che l'italiano medio non abbia molto l'idea di cosa sia il luppolo, ma se almeno vogliamo affascinarlo con cose strane, facciamo i nomi... Invece in controetichetta niente di niente. Con il risultato che il profano resta nel dubbio che i tre luppoli siano magari proprio tre di numero e quello appena più scafato si vede confermare il sospetto che sia solo una trovata pubblicitaria. Tra l'altro fatta male....
4 commenti:
Very good blog.
Bello Blog.
O peggio ancora, prende per buona la teoria che le tipologie di luppolo debbano essere 3, indipendentemente da quali. Però hai ragione, se solo avessero specificato quali varietà sono utilizzate, sarebbe tutto più... giustificabile.
la bruna alpina è una vacca da latte..non la vorrete mica mangiare..
Urca, e' vero! Niente bruna alpina sono d'accordo...
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