18 gennaio 2008

Todos periodistas


In Morte nel pomeriggio Hemingway riportò una frase comune che gli appassionati di corrida usavano per definire i toreri brocchi ovvero quelli che, al momento della stoccata finale, invece di infilzare il toro nel punto giusto lo "spadavano" un po' dappertutto. "Todo toro", ironizzavano gli appassionati alla tauromachia, ossia tutto l'animale è toro. Inutile dire che la battuta non era un complimento. Così non vuole essere la mia "todos periodistas" ovvero "tutti giornalisti" nel duplice senso che lo siamo tutti e che chiunque lo può diventare. L'immagine è avvilente ma, mentre cerco di buttare giù delle riflessioni per un amico che insieme ad altri ha un bel progetto in mente, è l'unica che mi martella in testa. Il che mi fa correre il rischio che più di una riflessione le mie parole possano assomigliare a un travaso di bile. Mi sembra allora più opportuno lasciarle qui sul blog, a ondeggiare come panni stesi. Perché il problema è sempre lo stesso: la professionalità intesa non solo come conoscenza dell'argomento, ma anche come tecnica (o mestiere chiamatelo come volete) ed economia (nel senso di fonte di reddito). Invece qui mi sembra che funzioni questo sistema: hai bevuto mille birre nella tua vita? Scrivi un articolo sulle birre. Hai partecipato a dieci edizioni di Cantine Aperte? Bene, sei il titolare della rubrica "Enoturismo". Hai fatto i tre corsi Ais? Ok, sei il mio wine columnist. E via di questo passo. Sai scrivere? O beh, chi non sa scrivere oggi in Italia? A parte la sparuta percentuale di analfabeti, tutti scriviamo e leggiamo, ergo siamo tutti giornalisti e scrittori. Il problema è solo trovare l'editore che ci pubblichi. E di editori di questo tipo se ne trovano a ogni angolo.

E allora, direte voi? E allora provate a pensare se il mio amico barista che vende il caffè a 1 euro a tazzina si trovasse a fianco uno che il caffè lo vende gratis solo perché ha un altro mestiere e il barista, lui, lo fa per hobby? La prenderebbe bene?

Poi ci sono quelli, e magari fanno pure parte della categoria "todos periodistas", che fanno le pulci ai giornalisti veri per la loro sudditanza alle aziende, per il fatto che sono uffici stampa e critici allo stesso tempo... Tutto giusto, naturalmente. Ma quando l'ambiente è così inquinato devi trovare un modo per tenere la testa fuori "dall'acqua". Anche perché gli editori sanno che un "todo periodista" costa meno, lo sostituisci più facilmente, tanto lo fa per diletto o per vanagloria, e per uno che smette ne trovi altri dieci pronti a sostituirlo. Che sia l'editore, il mestiere del futuro?

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