11 marzo 2010

Cascinazza Amber alla Trattoria Mirta


Avevo letto opinioni contrastanti su questa birra prodotta nell'hinterland milanese da una comunità di monaci benedettini. Così quando, ieri sera, mi sono trovato a cena alla Trattoria Mirta (http://www.trattoriamirta.it/) per una guida, ho colto al volo l'occasione di assaggiare la loro Amber, restandone piacevolmente impressionato. A dire il vero, mentre la versavo, mi veniva da pensare a Teo Musso, in parte perché mi sembrava di ricordare una sua collaborazione, e forse anche quella di Agostino Arioli, nei primi passi della Cascinazza, ma anche perché aspetto, consistenza della schiuma e primi profumi me la facevano apparire molto Baladin's style. Resta il fatto che l'ho trovata ben fatta, senza difetti. Un naso gentilmente agrumato, un ricordo di fiori e una leggere sottolineatura di spezie, di pepe bianco. In bocca non eccessivamente muscolare, ma consistente e con un finale pulito e gradevole. Insomma, una buona birra che mi è piaciuta anche di più in abbinamento con lo Sformatino di patate e parmigiano con mozzarella e paté di peperoni. Paté di puro visibilio, tra l'altro. Ma, birra a parte, al Mirta ho mangiato una delle migliori sbrisolone della mia vita, friabile e burrosa con sopra una mousse di nocciola da "sindrome di Stendhal". Ovvero da svenimento. Ho riflettuto sull'apporto calorico, ma lo chef è stato lapidario: "Non chiedere". Meglio, anche perché quella sbrisolona era, a detta dello stesso chef, la versione "leggera".

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