16 dicembre 2010

Gardini, la birra e i video

Nella solita frenesia lavorativa che raggiungo alla fine dell'anno (ho il sospetto che molti si aspettino la fine del mondo ogni dannato 31 dicembre) ho inserito una veloce intervista al neo campione del mondo dei sommelier Luca Gardini. Argomento, ovviamente, il ruolo delle birre nel ristorante, le loro potenzialità, il loro reale interesse da parte di chi fa la cantina e lavora in sala e la "risposta" dei consumatori. Va detto che, pur conoscendo da anni Luca, avevo nei giorni precedenti avuto modo di vedere il video realizzato da Paolo Polli nel suo blog omonimo nel corso della fatidica presentazione della Guida dell'Espresso Le Tavole della Birra. Ergo, qualche perplessità covava nella mia mente. Ma di Luca, che non ha certamente bisogno di nessuna difesa da parte mia, conoscevo anche l'adrenalinica vitalità, la curiosità verso qualunque cosa si possa bere e la mostruosa capacità di concentrazione, durante il lavoro e i concorsi, unita a una sana e giovanile propensione al cazzeggio quando invece si trova in fase di, chiamiamolo così, relax. E allora, il difensore delle "rosse" in realtà ha dimostrato una buona conoscenza sul prodotto birra, ha ammesso che tutto il suo curriculum è tuttavia centrato sul vino (come la quasi totalità dei sommelier Ais) e ha mostrato, con una mia malcelata invidia, le birre che sta assaggiando in questi giorni. Lista preziosa dove appariva la Xyayu di Le Baladin, la Simcoe Single Hop Ipa di Mikkeller, la Hemel & Aarde di De Molen e altre amenità non proprio da Bar Sport. Il ragazzo, ha ventinove anni, insomma ha forse qualche conoscenza in più rispetto alle "rosse".

Luca Gardini
Con questo non sto dicendo che sia completamente d'accordo con la scelta del premio "Abbinamento" a Carlo Cracco. Da una guida sulla Tavole della Birra mi sarei aspettato più coraggio e meno "copiaincolla", tuttavia è vero che, a livello di grande ristorazione, Cracco e Gardini hanno cominciato a pensare alla birra prima di molti altri. E prima della moda che, chissà poi per quanto, sta adesso galoppando. Quindi a loro va dato qualche merito anche perché, a proposito della moda, Gardini ha ammesso che, se non la si salvaguarda, è fragile. Ovvero passeggera. Un po' come i rosati che, a lungo evitati da gourmet e psuedogourmet, sono improvvisamente ritornati in auge per, dopo qualche anno, riassestarsi nel loro consueto angolino (bollicine a parte). Allora il punto non è farsi qualche allegra risata per delle castronerie dette in un video, il punto è capire come fare a intrecciare un rapporto organico con il mondo della ristorazione. Che non vuol dire solo Cracco, Bottura, Cedroni e il resto dei "galacticos", ma tutta la ristorazione italiana. Decine di migliaia di tavole da avvicinare e, possibilmente, "colonizzare". Mica con tutte le birre immaginabili, solo individuando quelle più "acconce" a quel mondo. Che è importante sotto tutti i punti di vista: economico-commerciale, ovviamente, ma anche in termini di immagine e di diffusione del Verbo tra un target che, spesso e volentieri, non metterebbe piede in pub e birrerie.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Maurizio,
ho da poco fatto il primo livello AIS, e da appassionato di birra e da dilettante homebrewer, ho trovato la lezione brassicola davvero sconfortante.
Il fatto che persino un super-pro come Gardini (che non apprezzo particolarmente per altri motivi) sia in palese difficoltà quando cerca di parlare di birra, mi conferma che AIS abbia un serio problema al riguardo di questa bevanda.
Sono certo che se l'interesse sulla birra continuerà a montare come in questi ultimi anni, anche AIS sarà costretta a prendere atto della questione e a rinnovare la professionalità dei suoi docenti.

Maurizio ha detto...

Anonimo (who are you? come cantavano gli Who), sul fatto che la lezione "birra" del primo livello Ais sia sconfortante, non ti posso davvero dare torto. So che l'Ais sta studiando qualcosa di più specifico sul tema ma probabilmente saranno seminari e/o serate specifiche. In una lezione di due ore mettere insieme birra e distillati da cereali è ridicolo, ma lo sanno anche loro. Gardini è un figlio, forse il migliore, dell'Ais ma la sua competenza è ovviamente enologica. Almeno al 99%. Tuttavia ha forse capito che la birra può dare degli spunti in termini di abbinamento e, magari, diventare pure un piccolo business per i ristoranti. Nel prossimo futuro ho idea che dovremo avere a che fare anche con i Gardini e i super-sommelier come lui... Vedremo...

pollipaolo ha detto...

Ciao Maurizio,
Sinceramente dopo le risposte date nel mio video, mi sembra abbastanza difficile che Gardini sappia qualcosa di birra.Il Sommelier deve sapere tutto di quello che propone nel suo ristorante e non solo sapere di vino.Se poi guardi attentamente il video capirai anche che neanche conosceva le birre che teneva in carta. Ci sono i Sommelier bravi... ti faccio un nome di uno che conosco bene Luisito Perazzo che con me e da solo si è studiato birre, acque,distillati the ecc....
questa è professionalità.Tra l'altro la pietanza che ha vinto fatta da Cracco con il Campari mi sembra il massimo del minimo.Usare il Campari per un piatto di qualità.

Maurizio ha detto...

Ciao Paolo,
onestamente non ho mai assaggiato il piatto "del Campari" quindi non lo giudico. Ho provato da Cracco la sua Insalata russa caramellata (un piatto a prima vista banalissimo) e ancora me la ricordo come un assoluto colpo di genio. Ma i gusti sono gusti.
In merito a Gardini come sommelier io so, per certo, che i concorsi (nazionale, europeo, mondiale) che ha vinto prevedono domande anche sulla birra, distillati, acque e the.Ora, delle due l'una: o Gardini ha vinto per una mostruosa botta di culo (ripetutasi per tre volte però)oppure ne sa di più di quello che traspare dal tuo video...

pollipaolo ha detto...

Oppure non gli hanno fatto domande sulla birra.

Maurizio ha detto...

Touché! Però allora ha avuto la botta di culo tripla di non sapere nulla di birra e di evitare, per tre volte, la domanda sulla birra! ;-)