Qualche giorno fa mi è arrivata la notizia della nuova uscita di UB News, un numero digitale coordinato da Tony Manzi con articoli a cura di Simone Monetti, Lelio Bottero e Marco Tripisciano. Una buona notizia anche perché da tempo mi sembrava che Unionbirrai fosse rimasta un po' al palo nell'effervescente mondo della birra artiginale italiana. Certo l'impegno sull'argomento accise, il concorso Birra dell'Anno, i corsi: in effetti non sarebbe giusto parlare di immobilismo, piuttosto di poca comunicazione e, forse, di poco coinvolgimento della stampa specializzata e non. Ora, UB News potrebbe essere un primo passo per uscire dal bozzolo. Almeno me lo auguro vivamente. Perchè, per quanto onestamente nemmeno io abbia fatto ultimamente molto riferimento a Unionbirrai, di un'associazione la birra artigianale italiana ha sicuramente bisogno. Un'associazione di produttori però: capace di fare fronte comune, di esprimere posizioni pubbliche, di sviluppare magari una centrale d'acquisto e, certamente, di fare corsi e concorsi. Tuttavia il periodo attuale non so quanto stia sorridendo a Unionbirrai: da un lato infatti nascono consorzi regionali, come riporta il sempre aggiornatissimo Cronache di Birra, dall'altro si organizza una riunione in quel di Fidenza tra produttori (visto che se ne è parlato nel forum di Mobi, la ritengo una notizia di pubblico dominio) e infine la stessa Unionbirrai convoca un'assemblea straordinaria dei soci con "proposta di modifiche statutarie" all'ordine del giorno (un caso?).
Ergo, qualche problema sotto ci deve essere. Se la spaccatura tra consumatori e produttori non mi è mai sembrata un dramma, i produttori sono a mio avviso in mezzo al guado. Qualcuno ha pensato bene di aderire ad Assobirra, qualcuno fa consorzi locali e altri indicono una riunione... E Unionbirrai? Sia chiaro, io non faccio il tifo per nessuno. Dialogherò con chiunque trovi interessante, rappresentativo e, possibilmente, disponibile ma certo avere due associazioni di produttori, più le locali, forse è un po' troppo anche per un mercato, come quello italiano, che visto all'estero sembra la Disneyland della birra (nel senso di entusiasmante, sorprendente e un po' pazzo) e che invece, visto da dentro, assomiglia un po', almeno dal mio punto di vista, a un ragazzino cresciuto troppo in fretta, in preda a crisi ormonali e veloce a menare le mani. Una specie di incrocio tra Il tempo delle mele e I ragazzi della via Pal (o Paal che dir si voglia). Un mercato, e parlo solo di quello della birra artigianale, dove esistono le superstar e le "vorrei ma (per ora) non posso", i puri e duri (ma anche un pelino invidiosi) e quelli perennemente incazzati perché nessuno li considera (ma poi magari non ti rispondono manco a una mail), quelli innamorati della birra, ma anche del bersela tra amici, e quelli che sperano nel business d'inizio secolo. Io non so se Unionbirrai saprà sopravvivere o se una fantomatica nuova associazione nascerà sulle sue ceneri o se, ancora, avremo due associazioni di produttori. Credo che sia però arrivato il momento che ogni singolo produttore, ripeto singolo nel senso di ognuno per conto suo, si faccia un bell'esame di coscienza. Rifletta non tanto su che stile di birra vuole produrre, lo so che qui non ci sono problemi, ma su come e dove vuole collocarsi nel mercato: vuole conquistare il mondo o rifornire la sua provincia? Vuole stare nella ristorazione o nei pub? Vuole fare una birra "del popolo" o una birra per sommelier? Produzioni limitate esigono scelte radicali. E non è detto che una scelta sia meglio dell'altra. Solo sono diverse. Una volta chiarite le proprie idee, potrebbe anche essere più facile decidere se e quale associazione mantenere in vita, che cosa pretendere da quell'associazione e, naturalmente, che cosa offrire in cambio.
4 commenti:
Può riuscire a dare un contributo un produttore casalingo (sognatore di immergersi nel mondo della birra artigianale) come me per riuscire a far crescere un associazione come quella di Unionbirrai?
Credo tu ci possa anche provare... Leggiti lo Statuto di UB. Ma prima regola, anche su questo blog: abbandonare l'anonimato. ;-)
Pardon per l'anonimato di prima (risolto problema) :-). Grazie per il consiglio, proverò a mettere del mio...nel frattempo vado a ridare un'altra lettura allo Statuto e mi metto a disposizione per eventuali futuri confronti piacevoli in codesta sede
Grazie a te, Marco... Come homebrewer ti direi anche di dare un occhio al sito del Mobi (lo trovi tra i miei link)...
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