Mi serviva proprio un input esterno per postare qualcosa su questo blog che naviga a vista tra una commissione di lavoro e l'altra (anche se ho avuto la brillante idea di affacciarmi come Birragenda pure su Twitter, tanto per vedere l'effetto che fa) e l'input è arrivato...
"Gentilissimi appassionati di Birra, vi invio il comunicato stampa riferito ad una simpatica iniziativa "di provocazione" organizzata da un birrificio e da un distributore per contrastare la mania di commentare una birra non per il suo valore oggettivo ma per la simpatia soggettiva verso il birraio, per un'amicizia comune o semplicemente per "vicinanza" del birrificio...", questo era l'inizio della mail arrivata nel tardo pomeriggio. Lì per lì ho pensato a uno scherzo, passione che a volte prende i blogger con risultati imprevedibili soprattutto se qualche lettore, e parlo dei più "scafati", si fa cogliere dall'emozione, ma ora sono convinto che si tratti di una strategia di comunicazione interessante. Almeno per me che sto qui a scriverne.
La mail proseguiva con un vero e proprio comunicato stampa dal titolo che ho copiato per questo post con un passaggio introduttivo a dir poco sintomatico: "Nel giovane mondo della birra artigianale sta dilagando la Rater-mania. Un avatar, un nickname, una passione che a volte va oltre i limiti del buonsenso. A creare i polveroni sono sempre quel gruppetto di persone che giocano a chi ce l'ha più grande (il commento), a chi la dice più grossa (la critica) e a chi sputa più lontano (la sentenza), tutto, a volte, per il gusto di fare gli estremisti, prendendosi troppo sul serio e spesso senza una vera motivazione.
Forse per “simpatia” verso il produttore? Forse per compiacere o divertire i propri amici?
Allora ecco che nasce un piccolo evento pensato per ironizzare su questa "mania" e scherzare con questi “estremisti”.
La birra "40"? |
E il piccolo evento è una birra anonima per produttore e distributore, prodotta in soli 400 litri, una Bitter da 4% vol, "luppoli normali, niente di modaiolo", 40 Ibu di amaro, e una densità iniziale di 40. Numeri che non sono buttati lì a caso perché 40, che è pure il nome della birra, fa riferimento ai 40 "estremisti" accusati, anche se in maniera ironica, di "Rater-mania". La birra, conclude il comunicato stampa, avrà il suo debutto ufficiale il prossimo 28 aprile "nei migliori pub d'Italia" che saranno senza dubbio pochini se i litri saranno proprio solo 400. La lista dei pub dovrebbe essere comunicata a breve.
Sia come sia, e ammesso che la cosa non sia una boutade e basta, voglio fare qualche considerazione. La prima è che questo tipo di comunicazione è simpatica e ha senza dubbio il merito di destare l'attenzione. La seconda è che la "provocazione" nasce da uno studio di comunicazione (Salsamentarius) dove lavora, se non è addirittura titolare, Manila Benedetto, collega con passione per la birra, alla quale vanno i miei complimenti per un comunicato stampa davvero diverso dalle soliti tiritere che mi arrivano normalmente (e che durante Vinitaly stavano raggiungendo un livello di collasso). Ma la terza, e ultima, considerazione è l'immagine percepita degli appassionati di birra italiani... Ovvero, è davvero questa? Visti da fuori siamo o sono, vedete voi dove inserirmi, degli accalorati schiamazzatori, adoratori della rissa verbale, vivisezionatori della birra più strana, etc... Insomma, in nemmeno vent'anni abbiamo recuperato, e forse superato, i "fighettismi", termine in voga sul web, così terribilmente in vigore nel mondo del vino? Mi sa di sì, andando con la mente alle diverse letture fatte in questi mesi sul web birrario italiano e internazionale. Mi sembra ieri che quando si parlava di birra artigianale si ricordava sempre il "mitico" 1996 quando iniziò tutto, o quasi. Invece sono passati secoli. Ma non è tanto questo l'importante. Credo sia nel carattere italiota cadere in preda a raptus mistici dove dall'amore passionale si passa alla gelosia alla Otello. Oggi tocca alla birra, domani chissà. L'importante è, soprattutto per chi fa lavori noiosi che però ti tengono incollato al laptop tutto il giorno, coltivare una passione. E, nel frattempo, continuare anche a prendere uno stipendio. Ma il valore di questo comunicato, provocazione e birra a parte (incluso anonimato che non credo durerà a lungo) è che qualcuno, per la prima volta, ha giocato la carta degli "estremisti" per far parlare di sè. Significa che questa percezione, di "birrofighettismo", si sta diffondendo. Mi sembra l'inizio del percorso che ha fatto il vino, che dai documentari di Mario Soldati è passato alle prese per il culo di Antonio Albanese...
8 commenti:
secondo me stai tirando conclusioni un attimo affrettate: il bevitore medio non sa manco cos'è il malto, figurati i birrofighetti. e se domani io e te facciamo la birra con 40 ingredienti strani per denunciare il fatto che in Italia si usano troppi ingredienti strani non è necessariamente vera la cosa, semplicemente io e te siamo due furboni che con un espediente e quattro soldi riusciamo a far parlare molto di noi
infatti la cosa più simpatica dell'iniziativa è l'anonimato. se scompare l'anonimato, scompare anche la simpatia
Concordo con la forza dell'anonimato! E' la chiave per far mettere in testa tarli e cominciare a farsi domande.
Sul birrofighettismo forse c'è anche molta confusione...sta diventando un termine inflazionato, e quindi ha perso il senso originario.
@SR: è probabile, però più che conclusioni avanzo dei sospetti e noto la cosa di un comunicato stampa che, almeno, ha una qualche originalità. Se io e te facessimo una birra con 40 (non ho idea del perché abbiano scelto proprio questo numero...) ingredienti strani lo faremmo sicuramente per attirare l'attenzione, ma avrebbe senso solo se ci fosse già "attenzione" sulle birre con gli ingredienti strani. Il che vuol dire che il fenomeno, se non è esistente, almeno è avvertito...
@jarrett: il termine "birrofighettismo" credo sia stato coniato per la prima volta da Tyrser. Ergo, a lui oneri e onori. Magari l'avrà registrato e l'anno prossimo uscirà il libro Birrofighettismi, seguito da Altri Birrofighettismi. Nel caso, io glieli comprerei...
@Maurizio
secondo me di attenzione per questa cosa non ce n'è affatto. il fatto che 5 blog e 60 commenti su Cronache (fatte da 6 persone) ne parlino, non vuole dire che c'è interesse. te lo vedi il publican del [locale a caso che la proporrà] che blandisce il cliente medio dicendogli di questa birra misteriosa fatta per sbugiardare i raters e per esaltare il bere senza sovrastrutture? questo come minimo lo guarda come un cretino...
@SR
Vabbé, forse non siamo in perfetta sintonia sul livello di "attenzione", in effetti non me lo vedo neppure io il publican... Così come non vedo attenzione da parte dei media tradizionali. Sto diventando troppo webdipendente... Per il resto, solo invidia per i 60 commenti (anche se fatti dai soliti 6) su CdB!
dai, 3 commenti infestanti te li lascio anche qui
il web è un bel giochino, ma qualche volta sporcarsi le mani con la realtà è molto salubre, anche per capire meglio il web. è un pezzo di futuro (anzi di presente) ma la sopravvalutazione dello strumento è tipico dei dilettanti e degli entusiasti. l'efficacia si valuta sempre a posteriori, coi numeri, e credo che per esserlo per davvero richieda una quantità di lavoro similare a quella che ci si mette nella comunicazione "tradizionale", anche se, una volta messo in moto il meccanismo, le economie di scala possono essere maggiori
da che pulpito viene la predica.....fa tristezza dover usare l'arma dell anonimato per lanciare un prodotto, significa che tutti questi biraafighetti usano l'arma dei soldi per far conoscere un prodotto invitando qua e la quattro giornalisti "affamati" a cena in questo o in quel locale modaiolo che non sarebbero mai andati perche coavano troppo. Perche per dare un premio ad una birra bisogna farla diventare socia di qualche associazione e magari fare 40 premi diversi per i 40 soci, e poi farsi i complimenti su facebook dicendo......anche stavolta gliel'abbiamo fatta.... e cosi via. vogliamo poi parlare di slowfood che organizza cene con con le birre industriali importate dall'estero? volgiamo parlare dei distributori di bevande che si improvvisano geni della birra artigianale.........ma di che parliamo.....chi ha soldi fa strada chi non ce li ha non va da nessuna parte.......
Boh, sono stato un po' indeciso se postare o meno questo commento anonimo. Mi sembra un poco farneticante ma, se l'anonimo volesse firmarsi con nome e cognome e riprendere il tema con maggiore chiarezza.... siamo qui.
Posta un commento