21 giugno 2007

Nostalgia Canaglia


Il Manifesto non è mai stato la mia lettura preferita, ma devo ammettere che, in quanto a titoli, è spesso geniale (vedi l'esempio qui a lato). Ho appena terminato di leggere 1977, libricino di Lucia Annunziata su un anno importante per l'Italia e non certo per il fatto che si era nel mio decimo anno di vita. Gli anni di piombo non posso dire di averli vissuti in maniera estremamente consapevole. Ricordo vagamente i telegiornali che sembravano talmente un bollettino di guerra da risultare, per un bambino di dieci anni, un po' noiosi, ricordo il clima pesante in classe quando ci fu spiegato che era stato rapito Aldo Moro, ma ricordo anche il gol di Bettega al Mondiale in Argentina. Insomma, niente esperienze drammatiche anche perché, in quinta elementare, non ci si prendeva a sprangate e risultava difficile fare molotov con le bottigliette dei succhi di frutta. Così ho letto avidamente e agilmente il libretto (rosso?) dell'Annunziata: che bei tempi, che bei ricordi... E le occupazioni, e il "dagli al fascista", e il "buttiamo fuori Lama dall'università", e le manifestazioni rompivetrina e brucialamacchina... Tutto addobbato del "come eravamo": belli, sani, desiderosi di cambiare il mondo.... E poi: Cossiga ancora scritto con la K e le due esse come il famigerato corpo d'assalto tedesco, la borghesia stupida, il Pci vecchio e stupido.... Bah, io sono uno stupido figlio degli anni Ottanta, la triste generazione purtroppo dei Drive In e dei paninari, ma ho sottolineato poche cose nel libro. Uno: La rivoluzionaria Annunziata è stata nel frattempo anche presidente della Rai (se non è un covo reazionario quello....). Due: D'Alema faceva politica già trent'anni fa (tutta una vita) ed era già il capo (nominato dall'alto) della Fgci (che non è la federazione gioco calcio). Tre: la mitologica Rossana Rossanda a una giovane Annunziata, giornalista Manifesto al tempo, che si avviava verso l'ennesima manifestazione disse dolcemente (è proprio scritto così) di non bruciare troppe macchine. Ripeto: disse dolcemente di non bruciare troppe macchine. Chissà cosa dissero quelli a cui la macchina era stata bruciata..... Inutile dire che, ieri come oggi, i borghesi veri e ricchi parcheggiano in garage. Ma forse nel 1977 non lo sapevano....

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