25 giugno 2007

Coffee Break


No, non si tratta della milk stout di Agostino Arioli. Birraio stimato e serio in un mondo che rischia, speriamo di no però, di diventare tutto lustrini prima del tempo (ma sull'argomento ritornerò a breve). Milk stout comunque che a me piaceva assai ma che credo abbandonata al suo destino da Ago (d'altro canto a uno che fa la Extra Hop si perdona questo e altro). Parliamo invece di caffè. Almeno proviamoci perché sull'argomento confesso di sentirmi un po' Socrate (il filosofo, non il calciatore barbuto) ovvero so di non sapere.
Sono reduce da un incontro organizzato da sempre-in-movimento Carlo Odello, del Centro Studi Assaggiatori, all'Iper Portello. Tema, appunto, il caffè. Sovraestrazione, tostature, lavato o meno, origine, arabica o robusta, colore della crema e sua "tessitura". Ecco che, dietro quello che reputavo un gesto tra i più automatici della giornata tipo, si apre un mondo. Il mio primo incontro professionale con il caffè è stato quando, anni orsono, ho scritto i testi per un sito aziendale (la Diemme Caffè di Padova). Al primo appuntamento ho rischiato la defenestrazione semplicemente perché alla domanda: "vuole un caffè?", io ho risposto con un cordiale "grazie, macchiato". Prima lezione appresa: il vero caffè si beve normale o ristretto, senza latte e possibilmente senza zucchero per non alterarne l'aroma. Qualsiasi altro intruglio andrà bene per il marketing ma è roba da signorina.
Lezione breve e non pedante dunque quella dell'Iper. Anche nel caffè le origini hanno un valore: il giamaicano è diverso dall'etiope, il brasiliano dal guatemalteco. Lino's Coffee Shop ha fatto la sua fortuna su queste, e altre, distinzioni. Oggi sembra che anche altre aziende ci stiano arrivando. E, a ruota, arriveranno i degustatori di caffè, i giornalisti specializzati in caffè, i master of food sul caffè e magari anche una bella fiera o salone a tema... Nel frattempo, io ora scruto con attenzione la mia tazzina, controllo se la crema vira al nocciola e se la sua consistenza-tessitura è lenta a sparire, capto i profumi di tostatura, ne giudico la complessità e la persistenza... Sto perdendo l'abitudine di ingollare il caffè e dimenticarmelo subito dopo e mi sembra una buona cosa. Attendo solo con ansia una lezione sulle sigarette. Con questa tecniche di degustazione sono sicuro che risparmierei una bella cifra all'anno...

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