Si chiude un 2010 difficile e si apre un 2011 non facile. Già questo dovrebbe far riflettere un po' tutti sul fatto che, anche in termini birrari, ci sarà da stringere la cinghia e ci si dovrà aspettare che la selezione sui birrifici e sulle birre da loro prodotte aumenterà. Non che il mercato sia saturo, questo non lo credo, ma i "pesci" abboccheranno con minore facilità. Non tutto ciò che è artigianale è buono e pure la parola "artigianale" sta un po' rompendo le scatole visto che tutti, o quasi, se ne sono appropriati senza colpo ferire. Ergo prevedo che la birra artigianale avrà qualche sofferenza in più rispetto al passato, soprattutto l'avrà chi è convinto che questo settore sia ancora così fertile per le start up. I segnali preoccupanti arrivano sui prezzi, certo, della birra artigianale italiana ma pure sul pressapochismo di alcuni produttori. E nel frattempo scendono in campo i "pezzi da novanta" che, ovviamente, fanno il loro mestiere. Fanno accordi con le mele migliori del cesto, acquisiscono quote, si preparano insomma al futuro che sarà meno Far West di quello di oggi e un po' più Nuova Frontiera. Qualche giorno fa ho letto di un distributore di Bergamo che sta per lanciare sul mercato la sua birra artigianale: l'anno chiamata Cuvèe Millesimata. Nome da "notte degli Oscar" ma è una birra chiara venduta a prezzo competitivo perché, come ammette il titolare nell'intervista, "non possiamo costare sempre più degli altri". Sintomatico, a mio avviso. Così come sono sintomatici i rumors che danno per operativo dal primo gennaio un accordo tra un big player della distribuzione e uno storico commerciante bolognese di beverage (birre incluse). E così si nota, sul web, che il leggendario Teku, il calice risolutivo per la degustazione della birra, è finito nelle confezioni natalizie di Birra Moretti Grand Cru. Insomma, ogni tanto ho idea che il mondo della birra artigianale italiana assomigli un po' a quelle scene dove le carovane sono strette a cerchio per resistere all'attacco degli indiani. Una politica che potrebbe pure avere successo ma che comporta l'immobilismo.
Just a decent pint of beer |
Questo il mercato prossimo futuro e mentre il mercato cambia e si trasforma, le associazioni (forse) si moltiplicano, gli appassionati di nicchia si arrampicano sempre di più sulle specialità da "fuori di testa" e le lotte di quartiere, come l'esilarante querelle di Ratebeer sui voti ai locali italiani letta sul forum di Mobi, mi portano a pensare che la bussola possa definitivamente impazzire. Che la cosa riguardi i consumatori, o un certo tipo di consumatori, poco importa, ma se questo avvolgesse anche i produttori e i titolari dei punti vendita potrebbe essere catastrofico. Il fatto è che la rivoluzione artigianale italiana è una fiamma che brucia impetuosamente. Nel giro di pochi anni sembra che da bevitori di Beck's e Corona ci siamo tutti trasformati in esteti del luppolo, vivisezionatori del lievito, ricercatori del vintage o della barrique o di quello che vi pare. Purtroppo, la massa del mercato è ancora su Beck's e Corona e avvicinarla con il gusto di certe birre, anche italiane, mi sembra un po' complicato. Comunque continuiamo così: sbraitiamo e litighiamo, nella costante ricerca dell'iperbole sia essa lessicale o birraria e, spesso, cadendo in contraddizione pure con noi stessi. Come credo di aver già scritto, siamo a metà strada tra il primo amore stile Il Tempo delle Mele e lo stato di permanente belligeranza alla ragazzi della Via Paal. Ma, io credo, questo non è uno stato permanente, che può insomma durare per sempre. Prima o poi la gente cresce, si stufa, trova altre cose di cui appassionarsi o sulle quali litigare. Ripeto, gli amanti della birra non corrono nessun rischio. I cosiddetti operatori sì.
3 commenti:
Ma per mettere il Teku nella confezione della Moretti, ci voleva il permesso di chi l’ha inventato, oppure no?
Grazie Maurizio per riuscire sempre a mettere in rilievo ciò che per un piccolo e ancora in fase di maturazione homebrewer come me è inconsapevole di ciò che sta accadendo nel giro "birraio" della nostra Italia.Spero che nei prossimi post possa trovare e riuscire a leggere sempre e comunque parole di fiducia e consigli che possano aiutare uno come me (e altri ce ne saranno nella mia stessa situazione), a voler dare un contributo e valorizzare ciò che la passione per la birra ci ha sempre uniti in piacevoli confronti. Un affettuoso augurio di buon 2011
A presto,
Marco Altamore
@Paolo: dipende da che tipo di accordi hanno stretto gli ideatori del Teku con il produttore (mi sembra Rastal). Ma onestamente dubito che un colosso del vetro simile accetti un diritto di veto simile...
@Marco: semplicemente grazie per il tuo messaggio. Spero di riuscire ad accontentarti e, intanto, auguri anche a te per un fantastico 2011!
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