13 gennaio 2012

Eat's vs Eataly

Il logo di Eat's
Nomi (quasi) simili, contenuti pressoché siamesi. Eataly e Eat's, Eat's e Eataly. La somiglianza è quasi inquietante: stessa filosofia dedicata ai piccoli produttori di buoni cibi e, in qualche caso stessi produttori. Banchi di formaggi selezionati (e ottimi), salumi scelti, carni attraenti, pesci che quasi sembrano strizzarti l'occhio. Tutto presentato in stile simil-boutique, perfino le conserve di pomodori che, da Eat's o da Eataly, assumono un'aria molto "Acqua di Parma".
E' bello andare da Eat's-Eataly. Bello per gli occhi, bello per l'olfatto, bello perché rivivi le sensazioni di quando, da bambino, ti portavano in una pasticceria. Al tempo mi emozionavo per la paste di riso (a Venezia le chiamavamo così), oggi il mio cuore palpita per lo Shropshire Blue, per i Krumiri Rossi o per qualche altra delizia firmata dalla nuova generazione di stilisti del cibo...
Stilisti, appunto. Perché ho provato anche un'altra sensazione quando, una settimana fa, ho messo piede nello Eat's Store di Milano, a due passi dal Duomo. Una sensazione un po' acida di esclusività, di ricchi signori annoiati che, non potendo ostentare pellicce per via degli animalisti e/o macchinoni per via della Guardia di Finanza, ostentano il cibo di lusso, quello a provenienza certificata, quello firmato. Le uova di galline che vivono libere e magari ascoltano jazz, la carne di vitelli selezionati che ruminano erba selezionata nei giorni selezionati, orate e branzini pescati (ma sono sicuro che si sottintende che si sono lasciati volontariamente pescare...) in mari puliti al largo dalla pazza folla e dagli ombrelloni-oni-oni di Giuni Russo (questa è per gli over 40, ndr.)...
E quello di Eataly...
Si esagera, è chiaro. Però la stessa sensazione mi è tornata capitando per caso da Eataly in piazza 5 Giornate, sempre qui a Milano. Stessa aria da pochi eletti, radical chic con cabina a Capalbio e tanta comprensione per i clandestini (a patto di tenerli alla larga da dove si trovano loro). Prezzi alti, c'è poco da discutere... Certo, bisogna valorizzare la qualità, certo il lavoro artigianale costa, certo tutto quello che volete ma i prezzi restano alti. E fanno selezione.
La "bufala" del KMZERO
Ergo, sarà il cibo il nuovo parametro della stratificazione prossima ventura? Popolino alla Lidl, classe media all'Esselunga, buona borghesia da Eat's-Eataly? Probabile. Non ho nulla contro queste avventure gastronomico-commerciali, ho scritto e continuo a sostenere che Farinetti abbia il carisma del genio e Eat's mi è piaciuto molto (e, sì, non solo ho comprato lo Shropshire Blue, ma pure una bottiglia di Magnificentia Uberti) ma, perdio, non venitemi a dire che questo è portare il cibo di qualità verso tutti. Non ammantate di retorica buonista una geniale intuizione commerciale. Lo so, se fai finta di essere buono piaci di più, se fai discorsi progressisti il pubblico pensa che tu voglia lavorare a un mondo migliore (come quelli che si battono per il Kilometro zero quando si tratta di produzione, e kilometro diecimila quando si tratta di vendita...), ma la realtà va guardata negli occhi. Guardatela e vi accorgerete che dietro l'iride azzurro, da principe o da principessa, si mimetizzano venuzze rosse di sangue... Poi, io per primo, ci si ricasca. Penso che solo un pirla potrebbe pagare 22 euro per tre etti di biscotti, ma in un paio di occasioni quel pirla aveva la mia carta d'identità... Che ci devo fare... Predico bene e razzolo male? Forse, ma anche questo non mi toglie la possibilità di dire "aprite gli occhi e siate consapevoli". Anche perché una soluzione alternativa la si può trovare: a Milano, e non solo, esistono i mercati della terra e appena fuori Milano (sorry, ma per ora abito qui) ci sono, incredibile ma vero, dei contadini che, facendosi adeguatamente il mazzo, ti vendono il latte crudo, ottima carne (anche se ne devi comprare delle adeguate quantità e pigliarti un po' di tutto), salumi e formaggi, verze ancora intrise di brina e patate tanto brutte quanto buone (e sono brutte forte...)... Insomma, tra il discount di prodotti germanici e le Eat's-Eataly ci sono ancora i produttori.... Andateveli a cercare...

8 commenti:

Anonimo ha detto...

da eat's ci sono stato poco dopo la sua apertura: mai più, sembra tutto finto e caro, super caro, molto, ma molto più di eataly.
Sono di torino, quindi ad eataly ci vado spesso, (mai stato in quello di milano), come solitamente vado al mare a Spotorno -non Capalbio- comunque battute a parte, certamente non ci vado a far la spesa tutti i giorni, ma settimanalmente si e NON mi dissanguo. Cuoriosità, tutte le mattine ci vedo i pensionati a comprare il pane. Ma loro hanno lo sconto.

Carlo

Anonimo ha detto...

vabbè ma quelli del km 0 solitamente si riferiscono ai prodotti freschi, non ad una bottiglia di barolo, non sono poi così talebani, altrimenti si ferma tutto e lo sanno anche loro.
Carlo

Maurizio ha detto...

Il fatto che i pensionati abbiano lo sconto non può che piacermi e, ribadisco, non vedo Eat's-Eataly come il diavolo e certi prodotti, effettivamente, li hanno solo loro... Tuttavia resto convinto che la media prezzi tagli fuori la maggior parte della gente. E' vero anche, come dice Petrini, che la maggior parte della gente spende di più per uno smartphone da ostentare che per il cibo da mettere nello stomaco...
Ma la rivoluzione del cibo buono la si fa premiando i produttori locali (che ci sono) e le loro economie che non sono quelle delle catene gourmet...

Maurizio ha detto...

Invece sul discorso KMZERO la mia è una provocazione, ma fino a un certo punto... Produrre a KMZERO ed esportare in tutto il mondo mi puzza un po' di ipocrisia. La vera dimensione artigianale dovrebbe essere, per principio, locale in tutti i sensi. Molto meglio difendere il principio contrario: e cioè che le eccellenza vanno portate là dove la gente le vuole acquistare... Senza retoriche inutili....

Anonimo ha detto...

ma sul km0, conoscendo un po'quelli che lo propongono, ribadisco che si riferiscono principalmente a prodotti freschi, prodotti di stagione, mica esportano le patate ad eataly NY. E' chiaro, come dici tu, le eccellenze vanno portate dove vengono acquistate, ma questo petrini &C, mica lo negano.ciaoo

carlo

Anonimo ha detto...

@Anonimo che scrive "tutte le mattine ci vedo i pensionati a comprare il pane. Ma loro hanno lo sconto."
Che in pratica vuole dire? Quanto pagano il pane (al kg) da Eataly i pensionati?
Grazie. Y

Anonimo ha detto...

3 euro/kg, pane "rustico", farine biologiche macinate a pietra, lievito madre ecc.
Se vuoi dopo una settimana lo mangi ancora..

Carlo

Anonimo ha detto...

Grazie x la risposta Carlo.
Y