Dopo qualche giorno trascorso a Madrid non si riesce a capire se la capitale è la città più spagnola in assoluto, come sostengono in molti, o quella che invece rientra meno nei parametri iberici. Non ha, a mio avviso, il fascino abbagliante dell'Andalusia, di Siviglia o di Granada, e nemmeno l'immagine simpaticamente rocambolesca di Barcellona, tuttavia la sua bellezza è sottile come il suo cielo e, quando devi ripartire, sai già che ti mancherà un po'. Di Madrid ricorderai senza dubbio il Prado, la Puerta del Sol, il palazzo reale, la spettacolare Plaza de Toros, tanto bella fuori quanto crudele dentro, e ancora i suoi mille locali dove mangiare le tapas, a qualsiasi ora, e bere infiniti boccali di birra (tanto costa poco...).
La birra in Spagna è affare quotidiano. Nel senso che è impossibile non berla tutti i giorni, ma non ci si deve aspettare di trovare chissà che birra. Al di là dei grandi marchi commerciali, i brewpub che abbiamo incontrato in città difficilmente si discostano dalla semplice dicotomia "chiara o ambrata". Naturbier, ad esempio, si trova in plaza Santa Ana ed è un fantastico "spot" per tenere d'occhio la vivace vita notturna madrilena. La loro chiara è ben spillata, gradevole e perfetta per toglierti la sensazione di calore opprimente (noi siamo stati lì a settembre). Se ne possono bere un nugolo di boccali, mentre l'ambrata è un po' troppo "caramella" e dopo un po' ti fa segnare il passo. Lo stesso discorso si può applicare al vicino di porta del Naturbier, ovvero la Cerveceria Santa Ana oppure alla Cerveceria Magister, in una stradina laterale alla piazza. Anche con questa varietà limitata, tuttavia, si continua a bere birra un po' a tutte le ore. Compresa la notte, che a Madrid è nè più nè meno che la prosecuzione del giorno visti i risultati dell'ultima Noche Blanca.
L'ultimo giorno comunque, sono riuscito a infilare in valigia tre bottiglie di birra. Una Cruzcampo Gran Reserva (ancora da assaggiare), una Domus Regia prodotta da un microbirrificio di Toledo (deludente oltre qualsiasi pessimistica previsione) e la Estrella Inedit, bottiglia da 0,75 firmata da nientepodimenoche Ferran Adrià, il genio dei fornelli vincitore enne volte del titolo di miglior chef del mondo (almeno secondo San Pellegrino).
Estrella Inedit by Adrià |
Iniziamo con il dire che l'ho pagata 4,90 euro nel supermercato de La Corte Ingles (una specie di Rinascente in versione spagnola), un prezzo decisamente abbordabile. Diciamo poi che ero prevenuto in maniera sostanziosa avendo già visto la simpatica faccia di Ferran su un sacchetto di patatine durante un mio precedente viaggio a Siviglia. Ma, tutto sommato, l'assaggio non è stato drammatico. Gli ingredienti per la birra sono malto d'orzo e di frumento, coriandolo, buccia d'arancio e liquirizia e l'assaggio è risultato gradevole, senza voli pindarici, ma nemmeno senza smorfie di disgusto. Bella bottiglia, ingredienti correttamente dichiarati in retroetichetta, fascino snob garantito, prezzo da battaglia. E' la versione della "birra da ristorante" in salsa spagnola. E, mentre la bevevo, ho pensato che forse qui in Italia abbiamo ancora qualcosa da imparare...
3 commenti:
Madrid è sicuramente la città spagnola più accogliente per un forestiero e dove ti senti a casa prima.
Bevono (mi escludo perché ormai consumatore piemontese) tantissima birra ma siamo abituati alle leggerissime San Miguel e similari. Questo fatto e la barriera del prezzo (in Italia costa lo stesso una birra artigianale che una industriale alla spina mentre che in Spagna una caña la paghi 1,40 € circa mentre un'artigianale ti costa quasi il doppio)fanno che lo sviluppo della birra di qualità artigianale sia molto ridotto.
Prosciutto... iberico, ma birra... italiana.
Enrique, Birrificio La Piazza
Chissà quanto costerebbe una Moretti Grand Cru alla Rinascente...
@Andrea: 9,50 euro (visti ieri), purtroppo...
@Enrique: in effetti il Patanegra è inimitabile... Però guarda che le loro birre artigianali a me risulta costassero più o meno quanto le industriali. Il problema è che dalle artigianali io mi aspetto più fantasia, creatività e gusto più, come dire, "birra". Quelle assaggiate invece non si discostavano troppo da una Cruzcampo o una San Miguel (gestite e spillate bene, ovviamente)
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