La birra una bevanda per giovani? Per motociclisti? Per gente che adora tavoli e panche di legno (possibilmente da incidere) e luci abbassate tanto da non farti vedere nemmeno il panino che hai ordinato? Beh, da oggi non è più così. Segnatevi la data che sarà ricordata negli annali come quella del debutto ufficiale della guida, firmata Antonio Paolini e Roberta Corradin, Le Tavole della Birra, ultima uscita sugli scaffali de Le Guide de L'Espresso. Ben 433 indirizzi distribuiti tra tre categorie: ristoranti (e affini), pub e beer shop con ricchi premi e cotillon. La Tavola della Birra dell'Anno va a Ilario Vinciguerra, ottimo chef dell'omonimo ristorante di Galliate Lombardo, Selezione Premio Tavole della Birra l'Ora d'Aria di Firenze, stesso premio anche per il fantastico marchigiano Symposium Quattro Stagioni di Serrungarina e per il ragusano Duomo, Premio speciale per il miglior abbinamento cibo-birra Cracco di Milano, Pub dell'Anno Open Baladin di Roma, Beer Shop dell'Anno Grand Cru di Santarcangelo di Romagna, Premio speciale per la diffusione della cultura della birra Nidaba di Montebelluna. Una sequenza lunga sulla quale si potrebbe discutere a iosa (come si fa più o meno sempre sulle guide, il bello è quello...) e qui non vorrei tediarvi sulle mie preferenze all'insegna del "questo sì, questo no" (a meno che non me lo chiediate espressamente). Voglio solo fare qualche riflessione...
La copertina della nuova "birroguida" |
La prima: in quarta di copertina si dice che la guida è stata fatta "in collaborazione con Assobirra". Collaborazione di che tipo? Segnalazioni? Sostegno economico? Vattelapesca... Seconda riflessione che è più una domanda di scuse: non mi ero mai reso conto che in Italia ci fossero tanti giornalisti esperti di birra... La mia cecità è davvero riprovevole, ma adesso lo so. Un numero poco inferiore agli inglesi e forse ce la giochiamo con i belgi. Terza riflessione che si ricollega all'introduzione di questo post: la birra è ufficialmente, definitivamente, consacrata come una (anzi la) bevanda più trendy che ci sia oggi in Italia. Così è e niente discussioni. Chi vuole esultare esulti e chi vuole recriminare recrimini. Io non dirò l'avevo detto (ma sì, in effetti, l'avevo detto), ma da adesso è ufficiale. Il che comporta in primo luogo una presa d'atto e in secondo luogo la considerazione che, da oggi in poi, sarà tutto più difficile. Sarà più difficile distinguere la realtà dall'apparenza, la passione dalla moda, gli improvvisatori dell'ultimo minuto dai navigatori di lungo corso...
6 commenti:
Condivido le tue perplessità, tutte quante.
Stiamo a vedere... :\
Ma hai avuto modo di sfogliarla questa guida ?
Almeno le informazioni sui locali sono tante, utili e sostanziose ?
Ciao Maurizio,
non sono d'accordo con te, ma d'accordissimo!
Soprattutto per la graffiante precisazione sui giornalisti... ormai tutti hanno consumato carta e penna per il vino, adesso tocca alla birra. Così, nomi più o meno illustri, più o meno noti, si fanno portavoce di un vuoto a rendere che spacciano per la specialità scovata... E così, hanno fatto, stanno facendo e faranno i protagonisti delle cucine e i gourmet al seguito! Non è una generalizzazione, ma come hai ben sottolineato tu, ora sarà più difficile giocare al 'trova le differenze'... Troppo spesso chi ha credibilità nel proprio campo se la spende ovunque, seminando disinformazione! Anch'io in tempi non sospetti, palesavo la paura di ciò che invece sta accadendo oggi e tu lo confermi confrontandoti soprattutto con le realtà artigianali nazionali. Vabbè!!! Provo a fare una premonizione: dopo il vino, eppure qualche distillato, c'è la birra e poi... o la grappa o i cocktail! Quanti giornalisti esperti conosceremo?
Ciao Maurizio, è sempre un piacere leggerti!
Seba
Traspare, mica tanto velatamente, la stizza per non essere stato chiamato a far parte del gioco.
Non è bastato strizzare l'occhio all'industria, lavorare per l'houseorgan di ainechen "I love beer" (sic!) e mantenere un profilo disponibile alla collaborazione a 360 gradi.
Questi cattivoni dell'industria sono senza cuore e non si accorgono che in Italia abbiamo l'unico giornalista accreditato dalla British Guild of Beer Writers.
Ora prendi la sciabola e afferma anche tu che non si tratta della stessa bevanda!
@Schigi: hai ragione, la stizza c'è. Eccome. Ma non per le ragioni che indichi tu (nella vita, anche professionale, si vince e si perde e inoltre ognuno è libero di fare le sue scelte), ma per un antefatto che ora qui non mi va proprio di riportare. E su un'altra cosa hai ragione: la mia disponibilità era, è e rimane a 360° gradi. Per molte ragioni: perché è il mio mestiere, perché mi occupo di birra sotto diversi punti di vista (piccole e grandi produzioni, strategie di mercato e di marketing, comunicazione, etc...) e infine perché ho visto in giro delle crociate alla "fuoco e ferro" finire a tarallucci e vino (e questo mi fa davvero sorridere...). Ergo, io mi occupo di birra, dei grandi e dei piccoli che sono ovviamente diversi tra loro e fanno prodotti diversi (non è la sciabola, ma almeno un kriss malese), ma che hanno tutti legittimità di esistere. Poi il pubblico farà le sue scelte, ma non scaglio fatwe (o come si scrive) su nessuno (a meno che non avveleni la gente)...
@Luca: la Guida mi sembra abbia un taglio molto più ristorante che birra. Quasi, ma è solo una mia idea, sia una estrapolazione della Guida Ristoranti. Insomma, si poteva fare, largamente, meglio...
@Sebastiano: grazie dei complimenti. Io fossi in te, effettivamente mi preoccuoerai sui cocktail! ;-) Intervieni sul mio blog quando vuoi, mi fa davvero piacere....
@Schigi: Mi sono dimenticato di aggiungere che, a mio modo di vedere, ci sarebbero stati altri giornalisti meritevoli di far parte della squadra Espresso. Persone che conosco e che seguono la birra da anni e che purtroppo l'Espresso non ha preso in considerazione. La Guida è la loro, quindi amen, ma la mia "stizza" va oltre la mia persona e oltre le ragioni riportate nel post.
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