Due eventi recenti mi hanno costretto a riflettere ancora una volta sul misterioso mondo della comunicazione e del suo contraltare bistrattato, il giornalismo di settore. Il primo è stato un, nemmeno io so come chiamarlo, evento legato a una delle nazioni che adoro di più al mondo, e che pertanto non citerò. Situazione da commedia dell'assurdo: all'ingresso del locale preposto, rapida ed efficiente selezione. Siamo sulla lista, sì, ok entrate. Varcata la soglia, nessuno saluta, nessuno si presenta... Ci si mescola in maniera più che informale al resto del gruppo, si mangia al buffet, si beve... Il buffet non è minimamente collegato alla cucina della nazione suddetta, il bere sì; ma se la birra che mi servono, e che amo, me l'allungano sopra il banco invitandomi di bere a collo come fosse una Corona qualsiasi, tendo a innervosirmi... Il resto della stampa (?) tracanna cocktail esotici (che non c'entrano nulla nel contesto) e birre tedesche da lungomare riminese.... Dopo tre quarti d'ora di noia e perplessità, rapido discorsetto da parte di due signori che illustrano il tema, video turistico (anche se bello) e via a casa...
Seconda situazione. Invito con cena e tanto di flamenco per l'Andalusia. Arriviamo, ci presentiamo al banco accettazione della stampa, non siamo sulla lista. Io dichiaro che ho telefonato all'organizzazione confermando la presenza, allungo i biglietti da visita, ma non basta. Sguardi interrogativi e leggermente sospettosi. Provo a conciliare con il Vie del Gusto dove ho scritto un ampio servizio proprio sull'Andalusia. Non mi sento di infierire dicendo che è frutto di un viaggio a mie spese, senza inviti e senza "educational". Dall'altro lato del tavolo si nicchia. Forse sospettano l'imbucamento per mangiare a sbafo e magari rapire la danzatrice di flamenco... Alla fine, con un lampo di illuminazione, una tizia si ricorda che ho parlato con un certo José.... La collega non è convinta ma ci aprono le porte... A questo punto incamero la borsa firmata Andalusia (era una vita che la sognavo) e ce ne andiamo a cena al ristorante. Senza nemmeno toccare un pasticcino, lo giuro!