3 luglio 2007

Il valore della birra


In Italia la birra costa cara. Lo dicono un po' tutti. I consumatori, che a Milano pagano normalmente almeno cinque euro per un mezzo litro o per uno 0,4, le aziende che non capiscono come un fusto da 30 litri che loro vendono a circa 75 euro o anche meno faccia fatturare a un gestore di locale circa 450 euro. Lo dicono recentemente anche giornalisti, blogger, opinonisti e chiunque abbia una tastiera e una connessione internet. Lo dico anche io, se è per questo. Pesano le accise che sono state aumentate innumerevoli volte nel corso degli ultimi due anni, in una sorta di sperequazione con il vino che, a memoria, è ad "accise zero". Probabilmente è un discorso politico perché la lobby dei produttori vinicoli pesa a livello elettorale, quella della birra no. E allora per la legge non scritta che chi non conta, o non protesta, paga ecco che la birra in Italia si è fatta salata. Non è l'unica ragione ovviamente, perché quello del ricarico è un argomento che esce dalle accise per entrare nelle scelte dei gestori. Spesso misteriose.
Ma nella polemica sul prezzo della birra si è aperta la sottopolemica del prezzo della birra artigianale. Ma come, ci si chiede, i prezzi del vino sono giustificati da costi d'impianti, andamento climatico, invecchiamento in legno (che significa a livello economico immobilizzazione del capitale), etc... per la birra artigianale invece che ci vuole? Acqua, luppolo, lievito, malto d'orzo e qualche spezia magari... Risultato: scandalo se una 0,75 di birra artigianale costa 10 euro.
Onestamente non comprendo. Sui costi del vino posso essere d'accordo, almeno su certi vini, anche se dubito che Gaja e Dal Forno si facciano pagare solo le materie prime e il tempo. Ma sulla birra artigianale proprio no. Su un prodotto artigianale io pago anche la creatività, l'originalità del prodotto. Se a un mastro birraio gli viene l'idea di mettere le more del gelso nella birra e il risultato è eccellente io non pagherò solo la birra e le more, pagherò anche l'idea che è venuta in mente a lui e, con tutta probabilità, solo a lui. E magari solo 10 euro, non i 300 dell'Amarone di Dal Forno. Non si può pretendere che al vino si applichi un ragionamento e alla birra un altro. Non solo; il prezzo finale è determinato dai costi di produzione, da quelli di marketing e di comunicazione, dalla creatività appunto e dalla richiesta di mercato. E' la vecchia legge della domanda e dell'offerta. Tornare a discuterne mi sembra quantomeno ridicolo. E considerare la birra solo come l'addizione di più ingredienti mi sembra altrettanto ridicolo. Un po' come pensare che una statua di marmo scolpita da un celebre artista debba costare solo il peso del marmo stesso.... Forse però, tutta la polemica risiede nel fatto che qualcuno ancora non vuole riconoscere alla birra la dignità che merita.