13 ottobre 2011

I like Montegioco

Riccardo Franzosi e le sue botti
Titolo facebookiano ma pertinente alla nuova linea editoriale (detta così sembro il direttore dell'Economist) di Birragenda. Ovvero, parlare di birra. Mi sono reso conto che gli ultimi post suonavano un po' troppo tra il depresso e il menagramo, oltre a interessare poco i lettori ai margini del giro più stretto. Ergo vi racconto in prima persona un minievento che mi ha visto gaudente comparsa qualche giorno fa al The Hub Hotel di Milano. E lo faccio per un semplice motivo: se alla fine della lettura vi avrò convinto spero andiate a cercare queste birre per bervele e, se volete, dirmi cosa ne pensate. Le birre sono quelle di Riccardo Franzosi, detto eufemisticamente Riccardino (è tutto tranne che piccolo e mingherlino), birraio del Birrificio Montegioco in provincia di Alessandria. Un nome noto e non solo al circolo degli eletti ma che non ho bevuto con la costanza che meriterebbe. Il che comporta due tipi di conseguenza: quella negativa è che mi sono perso delle birre davvero notevoli, quella però positiva è che quando le ritrovo mi commuovo...
La serata al The Hub fa parte di una serie di microeventi organizzati dalla Divisione Il Gusto delle Edizioni Gribaudo con partecipazione di birrifici e birrai in un'atmosfera intima (fino a un certo punto...) e rilassata. Non riesco ovviamente a esserci sempre (per lo stesso motivo per il quale non riesco a bere con continuità ovvero da quando ho scoperto che scrivere e scrivere da sobri, checché ne dicano i poeti beat, è molto più redditizio), ma quando vado vengo ampiamente ripagato. Come appunto nel caso di Riccardo che ho scoperto essere un personaggio con il quale è divertente scambiare opinioni e considerazioni, serie e facete. Se lui quindi è simpatico, le sue birre sono eccellenti. Sono partito con la Runa Bianca, una blanche elegante e leggermente speziata, tranquilla a sufficienza per permettermi di parlare (e comprendere) anche un produttore di riso del Pavese che mi ha edotto, almeno superficialmente, sulle problematiche del suo lavoro: dalla quasi assenza delle rane (e questa non è una cazzata, ma un problema serio) alla immutata esistenza delle mondine. Per me che ricordo ancora le gambe della Mangano (mia nonna d'accordo, ma quando ero piccolo ancora non lo sapevo) in Riso Amaro, è stata una bella sorpresa.
Il logo del Birrificio Montegioco
Come sorprendente ho trovato la Demon Hunter. Il nome, lo posso confessare, mi ha sempre fatto venire in mente atmosfere gothic-metal (genere che non amo proprio alla follia), ma l'impatto aromatico è stato memorabile. Un bouquet quasi marmellatoso, di pesche, equilibrato da una vena fresca di liquirizia. Rotonda e persistente, era la birra per fare tutta la serata approfittando dei comodi divani dell'hotel. Tuttavia sono passato alla Open Mind, prodotta con mosto di Barbera, e qui sono entrato in confusione (con quale delle due andare avanti?). Qui i profumi erano più delicati e articolati, ma assolutamente intriganti, e al palato la Barbera, presumo, conferiva una bella acidità che ti faceva sempre tornare la voglia. Ho chiuso comunque con la Runa, sbagliando così la sequenza degli assaggi, per confermare che Riccardo Franzosi è un grande birraio. Sono certo di aver scoperto l'acqua calda, ma mi faceva piacere dirvelo, proprio perché in mezzo a tante elucubrazioni su definizioni di "artigianale", movimenti e associazioni e i destini del mondo, un'incensata a un bravo birraio mi pareva ci stesse proprio bene. :-)

10 ottobre 2011

M'interessa solo la birra...

Ultimamente tira un'aria gelida di tramontana nel variegato, in termini meramente birrari, e variopinto, in termini umani, mondo della birra artigianale italiana. Non metterò link e riferimenti vari, perché gli habitué della lettura birrario-forumistica-bloggarola sanno già tutto e, presumo, anche meglio di me. Per questo ultimo motivo eviterei pure di prendere posizione (non per paura, ma per conoscenza non abbastanza approfondita), tuttavia la cosa mi appare sempre più allarmante. Chi passa di qua una volta al mese, chi si tiene fuori dalle beghe pur amando o essendo semplicemente interessato alla materia della birra artigianale, può pure terminare la sua lettura qui. Sappia però che lo invidio un po' perché, alla fine della fiera, è lui il vero motore del fenomeno artigianalbirrario. Lui, il consumatore che ne capisce poco, ma è curioso, quello che dice "ma dai... è una birra cruda?", quello che la incontra, non la cerca ossessivamente, quello che, forse, gliene frega poco dei luppoli indopacifici o dell'eticità della produzione artigianale contro il bieco capitalismo degli industriali...
A me sembra, ma è un'opinione, che la birra artigianale stia bruciando un po' troppo le tappe. E non mi riferisco alle nuove aperture (che continuano a ritmo notevole). Quanto alle virulente chiacchiere da ring che si svolgono in rete. Non faccio il papa né il paciere per mestiere e, in tutta onestà, mi si potrebbe pure obiettare "a te chettifrega?", ma mi sembra sempre più un dato di fatto che quello della birra sia un webluogo che, in questo senso, ha abbondantemente superato il vino. La differenza è che il vino muove miliardi, il vino è uno dei sostegni della nostra economia nazionale (almeno per l'export), mentre la birra artigianale resta una parrocchietta dove i boyscout fanno a cazzotti con i ragazzini dell'Azione Cattolica.
Io lo trovo deprimente. Di più, comincio a trovarlo noioso. E quando mi annoio tendo a diversificare ovvero sposto il mio interesse su altro. Se il web è una fonte d'informazione (e in parte lo è), il web birrario è una pallosissima Royal Rumble dove, tra l'altro, non si capisce mai quando le botte sono vere o per scena.
Ecco quindi le ragioni del titolo di questo post. M'interessa solo la birra, per davvero. Non me ne frega assolutamente nulla di questo "brutal-gossip" da Famiglia Addams che ammorba l'aria e fa perdere di vista il fascino, la creatività, l'originalità delle birre artigianali. E che forse fa perdere di vista un sacco di altre cose. Nel frattempo, non ho letto da nessuna parte (microbirrifici.org a parte) della "produzione sospesa" per il Birrificio Freccia. Il giovanissimo Michele Montani ha mollato, non so se per riprendere da un'altra parte o se definitivamente. Ma io me lo ricordo quando era lanciato come "il birraio più giovane d'Italia"... E questa cosa mi mette un po' di tristezza addosso, anche se per uno che chiude ne aprono altri cinque.
Qualcuno di molto vicino a me, dopo aver letto questo post, mi direbbe: "E' solo colpa tua che perdi un sacco di tempo a leggere tutte quelle cose inutili...". Ragionamento che, effettivamente, non fa una grinza. Da oggi vorrei provare a dare, a questa persona, ragione...