19 aprile 2010

BlogDilemma...


Allora, qualche tempo fa ho deciso che i commenti dovessero essere moderati dal sottoscritto. In parte per evitare facili insulti da chi non ha nemmeno le palle per presentarsi di persona, ma soprattutto perché un mio vecchio post, dove parlavo di un libro di Rudi Peroni, è stato preso letteralmente d'assalto da spammatori incomprensibili. Il ritmo è di un paio alla settimana. Ora, mi tocca subire la presenza in mail di questi "commenti" ma, d'altro canto, avendo moderato il dibattito sono nelle condizioni di poterli rifiutare. Al costo, è ovvio, di entrare nel blog e cliccare su "rifiuta il commento". Ergo, lascio tutto come prima e commento libero per tutti oppure filtro ogni santo giorno o quasi? Non è un quesito esistenziale, me ne rendo conto. Ma pensare che il post su Peroni si avvii a battere tutti i record, numerici, di commenti mi inquieta un po'...
Accetto suggerimenti, ma anche risposte alla domanda: che cosa c'è in Peroni che attira così tanto lo spam internazionale?

14 aprile 2010

Santo subito!


Non ho idea di quanti publican ho incontrato nella mia "carriera", di buona parte ho perso praticamente il ricordo, qualcuno l'ho eliminato volutamente dai ricordi, altri invece mi hanno insegnato qualcosa anche se, le distanze e la vita, non mi hanno permesso di rivederli più spesso. Uno però in particolare è per me una specie di icona del publican perfetto, nel senso che se qualcuno volesse aprire una birreria dovrebbe prima andare a studiarselo per qualche sera, ed è Manuele Colonna, titolare del Ma che siete venuti a fa' di Roma. A dire il vero, la prima volta che l'ho visto non mi sembrava molto rassicurante. Non era tanto il capello lungo, quanto l'indiscutibile competenza che, molto spesso nell'ambiente eno-birro-gastronomico, diventa arroganza e fanatismo patologico. Vederlo al lavoro però mi ha fatto cambiare idea. Colonna conosce le birre, in maniera quasi enciclopedica ma allo stesso tempo profonda, e su questo non ci sono dubbi. Ma ha la straordinaria capacità di avvicinare alla complessità del mondobirra anche chi non va oltre la "bionda". Sa spiegare, fa provare, non cade dall'alto e non fa sentire il peso dei suoi enne assaggi fatti in giro per il mondo. Questo è l'aspetto, al di là di quanto possa essere bravo a spillare e delle chicche che tiene alla spina, che di lui mi ha più colpito. E che mi fa dire che uno come lui andrebbe utilizzato in versione "master" per futuri gestori. Non ho idea se possa essere d'accordo, anzi presumo proprio di no, ma io continuo a consigliare a tutti un pellegrinaggio in via Benedetta. E pellegrinaggio mi sembra proprio il termine più preciso da usare.