29 febbraio 2012

Selezione Birra 2012 - Gioia e dolori...

A tu per tu con Mike Murphy (Courtesy Ph. Emanuela Marottoli)
Il medico era stato chiaro: "Con il tipo di influenza che ha preso, io la sconsiglierei di andare a Rimini prima di lunedì". In poche parole era la mazzata finale sulle mie ambizioni di giudice al concorso Birra dell'Anno prima, e di visitatore della fiera poi. Tuttavia, considerato che il mio livello di collera per essermi ammalato la mattina stessa della mia discesa in terra di Romagna stava pericolosamente superando i limiti dell'umana tolleranza (soprattutto quella di mia moglie), eccomi prendere il treno e varcare l'ingresso di Rimini Fiera la domenica mattina. In me una sensazione contrastante: da un lato la gioia di esserci (quella del 2012 è stata la mia quindicesima fiera consecutiva, non male a dire il vero) e dall'altra la sottile malinconia di avere solo poche ore e di sapere già di non riuscire a fare tutto quello che avrei voluto.
Queste righe servono quindi anche a chiedere scusa a tutti quelli che non sono riuscito a salutare o a coloro a cui ho dedicato troppi pochi minuti. Ho avuto tempo di partecipare al dibattito sulla "Birra artigianale all'estero" e a quello sulla "Birra artigianale". Entrambi organizzati da Interbrau all'interno della rassegna Birramoramento. A tal proposito devo fare i complimenti allo staff Interbrau: l'allestimento a "modello diffuso" è stata una scelta vincente rispetto al "modello Fort Apache" di precedenti edizioni. Non solo per la percezione effettiva di una proposta birraria davvero impressionante per qualità e diversificazione, ma anche per la possibilità molto più immediata ed "open" di poter assaggiare birre diverse e dialogare con i rispettivi produttori. Che l'azienda padovana stia crescendo anno dopo anno è sotto gli occhi di tutti: sottolineo in velocità l'ingresso delle birre del buon Moreno Ercolani nel loro portafoglio...
In merito ai convegni mi sembra di poter dire che c'è stata una discreta affluenza, stante i ritmi vorticosi della fiera e del fatto che i più preferiscono assaggiare e chiacchierare piuttosto che ascoltare un dibattito. Sul tema dell'export mi sono sentito in dovere di sottolineare la notizia distorta resa pubblica da Coldiretti, che citava un +20% della birra italiana sul mercato UK. Il 20% è un risultato ascrivibile alla performance della sola Nastro Azzurro, marchio del gruppo Birra Peroni, a sua volta di proprietà Sab Miller, multinazionale con quartier generale a Londra. Il risultato è quindi loro, spacciarlo come "trionfo della birra italiana" mi è sembrato quantomeno fuorviante...
Sul fronte degli assaggi un disastro totale: ma nel senso che non ho assaggiato praticamente nulla e su quello che ho bevuto non ho niente da dire, considerato il mio raffreddore e il mio mal di gola.
Ergo per me una fiera sottotono e una visione parziale (ho messo piede solo nello spazio dedicato ai birrifici artigianali e in quello di Interbrau) che tuttavia è stata molto positiva. Sul resto ho solo delle sfocate istantanee di stangone bionde in microvestitino di lamé dorato. Forse certe cose a Rimini non cambieranno mai.
Infine, rientro apocalittico con regionale "fintoveloce" per Bologna, mancata coincidenza con il FrecciaRossa delle 19.35, ritardo di un'ora del FrecciaRossa successivo per via di un "finto suicidio" (questa l'ho saputa il giorno dopo) sui binari. Bellissimo osservare che già alle 20 la stazione di Bologna Centrale è morta come un cambio diligenze sperduto nel Texas di fine '800. L'Italia è davvero un "grande" Paese. Tuttavia se fosse un "piccolo" Paese sarebbe meglio. Potremmo tutti girare in bici e risparmiarci la solita "lotteria" di Trenitalia...

25 febbraio 2012

Birra dell'Anno 2012 - I Risultati

Birra dell'Anno 2012
Vabbé, visto che la mia esperienza a Birra dell'Anno è stata una "non esperienza", certo che pigliare un influenza con febbre a 38 lo stesso giorno in cui devi scendere a Rimini con altri colleghi di giuria è la "madre di tutte le sfighe", provo a dare i risultati del concorso al volo pensando che altri, oltre a me, non siano a Selezione Birra a godersi la premiazione live....
E allora spariamo subito la notizia bomba: il nuovo "birrificio dell'anno" è il Birrificio Italiano. Arioli & Co. tornano così a sedersi sul trono che avevano già conquistato nel 2007 grazie al dominio quasi assoluto nella categoria "Birre alla frutta" con la vittoria della Scires e il secondo posto per la Cassissona, ma anche con la medaglia d'argento nella categoria "Birre chiare, basso grado alcolico, di ispirazione tedesca" per la Tipopils, un bronzo alla B.I. Weizen e infine l'argento tra le "Birre Acide" per la BRQ SC3.
Complimenti dunque al Birrificio Italiano che conferma il suo ruolo da protagonista sulla scena nazional-artigianale. Per la serie "quanto tempo è passato" mi diverte sottolineare che, nel 2007, Birra dell'Anno poteva contare su 12 giudici contro i 31 (32 se ci fossi stato anche io) di quest'anno. Indubbiamente un concorso che cresce...
Ma ecco la classifica ufficiale distribuita da Unionbirrai, categoria per categoria....
Categoria 1 (Birre chiare, basso grado alcolico, di ispirazione tedesca)
1) Slurp! (Soràlamà)
2) Tipopils (Birrificio Italiano)
3) Levante (Statalenove)
Categoria 2 (Birre ambrate e scure, basso grado alcolico, di ispirazione tedesca)
1) La Nera (Rienzbrau)
2) Scubi (Birrone)
3) Rust (Doppio Malto Brewing Company)
Categoria 3 (Birre ad alto grado alcolico, di ispirazione tedesca)
1) Finitor (Rienzbrau)
2) Lambrate (Birrificio Lambrate)
3) Titanbrau Rossa (Birrificio Artigianale Sanmarinese)
Categoria 4 (Birre a basso grado alcolico, di ispirazione anglosassone)
1) Haraban (Foglie d'Erba)
2) Sunflower (Birrificio Valcavallina)
3) 24K (Brewfist)
Categoria 5 (Birre luppolate, di ispirazione angoloamericana)
1) Non assegnato
2) Dude (Bad Attitude)
3) Freewheelin' Ipa (Foglie d'Erba)
Categoria 6: (Birre ad alto grado alcolico, di ispirazione angloamericana)
1) Pomposa (Birrificio Emiliano)
2) Rossa del Gallo (Birrificio Sant'Andrea)
3) Abboccata (Birranova)
Categoria 7: (Birre scure, basso grado alcolico, di ispirazione angloamericana)
1) Turner (La Piazza)
2) 2 Cilindri (Birrificio del Forte)
3) Sally Brown (Birrificio del Ducato)
Categoria 8: (Birre scure, alto grado alcolico, di ispirazione angloamericana)
1) Montinera (Piccolo Birrificio Clandestino)
2) Imperiosa (Birrificio Civale)
3) Two Penny (Bad Attitude)
Categoria 9: (Birre ad alto grado alcolico, di ispirazione angloamericana)
1) Xyauyu 2008 Riserva Teo Musso (Le Baladin)
2) La Prima Luna (Birrificio del Ducato)
3) Geisha (Birrificio Troll)
Categoria 10: (Birre con frumento maltato, di ispirazione tedesca)
1) Charlotte (BiRen)
2) Brass Weiss (Doppio Malto Brewing Company)
3) B.I. - Weizen (Birrificio Italiano)
Categoria 11: (Birre chiare, basso grado alcolico, di ispirazione belga)
1) Fog (Birrificio Sant'Andrea)
2) Gassa d'Amante (Birrificio del Forte)
3) La 68 (Birrificio Math)
Categoria 12: (Birre chiare, alto grado alcolico, di ispirazione belga)
1) Tripè (Birrificio Lariano)
2) 3-Tre (Birrificio F.lli Trami)
3) Caliban (Birrificio Endorama)
Categoria 13: (Birre scure, alto grado alcolico, di ispirazione belga)
1) Magnus (Croce di Malto)
2) Moresca (Rubiu)
3) Grostè (Birrificio F.lli Trami)
Categoria 14: (Birre con spezie e/o cereali)
1) Saison (Vecchia Orsa)
2) Zucca Baladin (Le Baladin)
3) Bianca (La Petrognola)
Categoria 15: (Birre affumicate)
1) Preda (Statalenove)
2) Wedding Rauch (Birrificio del Ducato)
3) Fermentum 1111 Invernale Rifermentata (Piccolo Opificio Brassicolo del Carrobiolo)
Categoria 16: (Birre affinate in legno)
1) Pietra (La Gastaldia)
2) Sedicigradi (Birra del Borgo)
3) Terre (Le Baladin)
Categoria 17: (Birre alla frutta)
1) Scires (Birrificio Italiano)
2) Cassissona (Birrificio Italiano)
3) Rosa! (Via Priula)
Categoria 18: (Birre alla castagna)
1) Norma (Birrificio San Michele)
2) Castagna (Birrificio Artigianale La Fabbrica)
3) Pitruc (La Birra di Meni)
Categoria 19: (Birre acide)
1) Birra Madre (Birrificio Menaresta)
2) BRQ SC3 (Birrificio Italiano)
3) La Luna Rossa (Birrificio del Ducato)
Categoria 20: (Birre al miele)
1) Martellina (Mostodolce)
2) FatAle (Birrificio Lungo Sorso)
3) Nardons (La Birra di Meni)

Prendete il tempo necessario per digerire i risultati. Mi stupisce soprattutto vedere non assegnato il primo posto nella categoria delle Ipa, che immaginavo affollata e "rissaiola" come non mai visto il successo stratosferico dello stile. Prendere una decisione simile, e "scomoda", dovrebbe mettere in luce il valore della giuria... Compliments!
Curiosità: Birrificio Amiata non ha partecipato?
Ultima riflessione in libertà: vedere una birra di Agostino al secondo posto nella categoria "Birre Acide" è un altro indizio che forse i Maya hanno davvero imbroccato la profezia....

21 febbraio 2012

Ready, steady, go!

Pronti, via. L'edizione 2012 di Selezione Birra è ormai alle porte. Giovedì inizieranno gli assaggi delle birre che partecipano al concorso Birra dell'Anno, per il quale ringrazio gli organizzatori che mi hanno voluto per il secondo anno consecutivo tra i giudici. Concorso che vede la partecipazione di 85 birrifici, 449 birre e 32 giudici (con nomi internazionali di tutto rispetto). Dispiace per alcune assenze blasonate. Non ho molta voglia di entrare nelle discussioni in materia, credo che qualsiasi concorso abbia dei margini di miglioramento, ma credo ancora di più che quello promosso da Unionbirrai resti un'occasione importante di confronto, un'opportunità di comunicazione (per chi vince) e una piccola leva di marketing. La mia piccola esperienza personale dello scorso anno mi ha insegnato che essere costretti a scrivere un minirendiconto da far pervenire ai birrai comporta un allungamento dei tempi di degustazione improponibile per una manifestazione che deve concludersi nello spazio di due giorni. Sono anche abbastanza convinto di non essere in grado di dare consigli a un birraio su questioni tecniche (ma parlo per me, tutti gli altri giudici forse sì) e sono convinto che il concorso vada preso per quello che è: una gara dove si vince o si perde, senza drammi e, possibilmente, senza trionfalismi. Insomma, l'agone di Birra dell'Anno non è il Colosseo o il Maracanà.
L'homepage di Birramoramento.it
Detto questo, ripeto senza alcun desiderio di rinfocolare polemiche, credo valga la pena segnalare anche il fitto programma di incontri che prende il nome di Birramoramento. Un'idea targata Interbrau che affronta diverse tematiche interessanti mettendo a confronto quasi tutti i protagonisti del firmamento artgianalbirrario nostrano e non solo. Si comincia sabato 25 alle 11.30 con Italian Beer Blogger, ovvero la comunicazione newmedia in materia birraria con Alessio Leone, Nicola Utzeri, Andrea Turco, Marco Pion e Alberto Laschi. Alle 16 va in scena E-Commerce: l'evoluzione della gestione. Titolo vagamente da fantascienza, per un progetto che Interbrau ha messo a punto da poco ma che rivela, per non essere il primo, la crescente importanza delle vendite online per le aziende.
Domenica 26 il programma si fa "maratona". Alle 11.30 sono chiamati a parlare di Birra artigianale all'estero Teo Musso, Leonardo Di Vincenzo, Rino Mini e il sottoscritto. Alle 14 tocca alla "madre di tutti gli argomenti" ovvero La Birra Artigianale con Simone Monetti, Maurizio Zecca, Anna Managò e Luigi "Schigi" D'Amelio. Prenderà forma la definitiva definizione di "birra artigianale"? Chi vivrà, vedrà. Breve pausa e alle 16.30 Alessandro Bonin racconterà del 150° anniversario della nascita di Chimay, la storica birra trappista sembra avere in serbo una bella sorpresa nei prossimi mesi.
Lunedì 27 alle 11.30, infine, si affronta il complesso tema della Distribuzione delle birre artigianali in Italia. Ne parleranno Bruno Carilli, Paolo Polli, Moreno Ercolani e Stefano Baldan. A seguire, ore 14.30, le Birre Estreme con Kuaska, Giovanni Campari, Agostino Arioli, Steve Grossman e Hans-Peter Drexler.
Che dire... Tanti momenti importanti, tanti argomenti scottanti. Personalmente mi farebbe piacere poterli seguire tutti perché sono abbastanza convinto che emergeranno parecchi spunti almeno di riflessione. Il problema sarà quindi quello di capire quanto tempo mi rimane per fare quello che in Fiera mi piace di più: ovvero chiacchiere random con bicchiere in mano... A questo proposito suggerisco agli organizzatori di sostituire le classiche bottigliette di acqua che si piazzano davanti a chi parla con calici di birra prontamente rifornita da volenterosi collaboratori... Se qualcuno facesse delle foto, le immagini sarebbero certamente meno noiose e più consone agli argomenti affrontati....

20 febbraio 2012

Il Circo Barnum della comunicazione enogastronomica

Vecchia locandina del Circo Barnum
Il titolo di questo post è rimasto "steso al sole", come il bucato, per qualche giorno. Il titolo mi è sembrato azzeccato da subito, ma sul contenuto avevo molti dubbi, consapevole, come ancora sono, del rischio di farmi un bell'autogol. Tuttavia la lettura di qualche articolo come quello di Valerio Visintin e la serata in Triennale a chiacchierare di Birra Artigianale Italiana e New Media, si sono rivelati stimolanti a sufficienza per farmi rompere gli indugi e dedicare qualche minuto a delle riflessioni sull'argomento "la comunicazione del cibo, del vino e della birra al giorno d'oggi". Innanzitutto Circo Barnum perché? Perché l'idea del circo come insieme variegato di talenti acrobatici, fenomeni, "da circo" appunto, e freak mi sembra ben descrivere un ambiente che si è tramutato in pochi anni in una specie di giungla con pochi animali predatori e un numero quasi infinito di prede. L'allargamento della comunicazione, intesa nel senso più ampio possibile, a tutti è sicuramente sinonimo di democrazia oltre che di modernità. Ma se alla seconda non ci si può opporre, è nella prima definizione che si deve indagare. Internet è stato ed è tutt'ora il detonatore di spazi d'informazione diversissimi. Come ha scritto recentemente qualcuno "qualunque sia il vostro hobby, per quanto peculiare possa essere, troverete qualcuno in rete che lo condivide". Non fa una piega. Il problema sta, però, nell'hobby. Mi spiego meglio: la moltiplicazione dell'hobby "enogastronomico" ha lanciato in rete migliaia di "hobbisti" (e ci tengo a chiarire che, la mia, non è una definizione spregiativa) che scrivono di tutto e di più. Alcuni di questi hobbisti sono autorevoli, molti altri fanno semplicemente casino. In rete capita di trovare perle come questa, dove si rivela ai lettori che il marchio di birra Heineken è nato a Vienna... Non è l'unica, ma non è tanto l'errore che mi colpisce, quanto le dimensioni del fenomeno che sta impazzando con fenomeni di "groupismo" evidenziati con acuta ironia da Visintin, e sensazione che chiunque, ma proprio chiunque, possa scrivere di cibo, vino e birra. Verità internettiana che, tuttavia, mi provoca scene di ilarità isterica quando il mio beneamato Ordine dei giornalisti mi spiega le sue battaglie per la salvaguardia dell'ordine stesso, per il rigore elvetico nell'ammissione all'albo e per la tutela dei freelance sottopagati. Ecco, capitolo freelance. La situazione mi tocca, grazie a Dio, relativamente, ma il problema è serio. Con l'esercito di hobbisti (e qui metto dentro anche sommelier, chef, uffici stampa, PR, responsabili marketing) pronto a tutto pur di poter pubblicare qualche riga sulla tal birra, tal vino o tal ristorante, gli unici che si fregano le mani sono gli editori. Editori che, considerata l'offerta mastodontica di collaboratori, non hanno che l'imbarazzo della scelta e stipulano retribuzioni da fame (quando le stipulano) ben sapendo che per un collaboratore che, logorato, si ritira, ce ne sono altri venti pronti a prendere il suo posto.
Il nuovo giornalista italiano
Direte voi: "è la concorrenza, ragazzo" oppure "internet è democrazia" o qualsiasi altra baggianata che vi può venire in mente. Ma, a parte il fatto che il problema non riguarda solo la rete ma pure i cartacei, le conseguenze sono serie: non solo la sempre più prossima impossibilità a fare solo e semplicemente il mestiere di giornalista (che dovrebbe essere una delle garanzie d'indipendenza di pensiero), ma pure il totale vassallaggio dei giornalisti nei confronti degli editori e degli editori nei confronti degli investitori. Il primo si traduce in tempi di lavoro strettissimi, con ovvie ricadute sulla qualità complessiva del lavoro, il secondo si traduce, beh lo sapete anche voi in cosa si traduce...
Per la serie "casi personali": a me è capitato recentemente di fare un pezzo per la nota rivista Maxim. Bella, patinata, etc... Mi è stato commissionato un pezzo "vino-birrario" con deadline letterale (nel senso che era talmente breve da rischiare l'ictus). Fatto, non pagato, collaborazione morta nel silenzio (nel senso che non l'ho interrotta io) e proseguimento dei pezzi vino-birrari con altra firma. Oppure ci sono le guide di settore che ti pagano 36 euro netti a recensione di ristorante. Il problema è che giustamente ti chiedono di mantenere l'anonimato. Quindi tu paghi un conto da 200 euro per ricavarne 36. Rosso Malpelo era meglio retribuito.
Casi estremi ma indicativi della situazione attuale. Una bolgia dantesca dove, certo, un giorno saranno solo i migliori a sopravvivere (speranza alla quale mi aggrappo anche io), ma che si può confutare semplicemente ricordando che un hobbista ha, quasi sempre, un lavoro vero con il quale si mantiene e la delizia della scrittura enogastronomica come piacevole passatempo. Ergo, il suo passatempo lo coltiva fino alla fine.
Mi fermo qui. La lunghezza di questo sfogo è già eccessiva. Tralascio volutamente il fenomeno dei viaggi stampa con giornalisti pensionati da anni e giornalisti che sanno già di non scrivere una riga sul viaggio stesso. Tralascio le figure proteiformi di chi scrive di prodotti che vende, o di chi recensisce in base alla pubblicità, o di chi scrive da giornalista, ma scrive anche da ufficio stampa e sempre della stessa cosa. In qualche caso comprendo i colleghi. A fine mese ci si deve arrivare tutti. I colleghi però. Ovvero chi fa del giornalismo la sua principale attività economica. Adesso, davvero, scusate. Mi vado a rileggere gli ultimi tariffari con le retribuzioni minime fissate dall'Ordine. In confronto i comici di Zelig sono tristi come delle lapidi....

12 febbraio 2012

Una settimana "impegnativa"...

Il logo della Settimana della Birra Artigianale
Si preannuncia davvero intensa la prossima settimana. Già perché, dopo gli ottimi riscontri avuti dalla prima edizione, ritorna la Settimana della Birra artigianale, un evento che raccoglie ben 313 (nel momento in cui scrivo, ma non mi stupirei di qualche adesione in più dell'ultimo minuto) aderenti tra pub, associazioni, birrifici, beershop che dal 13 al 19 febbraio si lanceranno in promozioni, degustazioni ed happening vari che vi consiglio di consultare facendo riferimento al sito ufficiale linkato poco sopra. A me sembra un'ottima occasione (complimenti ad Andrea Turco per l'idea e lo spirito d'iniziativa!) per attirare i riflettori, e possibilmente anche nuovi consumatori, su una delle realtà più vivaci e vibranti di questa Italia un po' triste e quasi rassegnata. Ingrigita tra polemiche sul posto fisso, personaggi alla Schettino e solite ruberie di politicanti da Terzo Mondo... Mi auguro anche che la vivacità della birra artigianale italiana non finisca per assomigliare, alla lunga, al sempre più noioso mondo del vino e del cibo, ormai sempre più simile a una sottospecie di star-system davvero inquietante. Ma non è questo l'argomento del giorno e sono abbastanza sicuro che, se il popolo dei birrofili saprà mantenere i piedi per terra e il senso reale delle cose, ci divertiremo tutti ancora a lungo con la birra artigianale made in Italy...
Il convegno alla Borsa Internazionale del Turismo (Bit)
Per quello che mi riguarda la settimana entrante sarà a dir poco vorticosa. Lunedì siamo in partenza per Vienna. Un viaggio stampa che si profila interessante andando a caccia di brewpub e birrerie cittadine con la complicità e la presenza di Conrad Seidl, punto di riferimento assoluto per quanto riguarda l'Austria della birra, ma non solo. Conto di poter fare un breve report dell'esperienza al rientro...
Ma non avrò tanto tempo visto che venerdì ho due appuntamenti in agenda. Il primo è fissato per le 14.30 alla Bit (Padiglione 1, Stand H21 N30) dove si terrà una conferenza stampa sul tema "La Birra fa turismo". L'iniziativa è promossa dall'associazione Apecchio Città della Birra, dinamica realtà che sta giustamente investendo sulla presenza di due birrifici cittadini, Tenute Collesi e Birra Amarcord, per promuovere in maniera diversa tutto il territorio circostante. Ora praticamente sepolto dalla neve ma, credetemi, di grande fascino come tutto l'entroterra marchigiano.
Il tempo di assaggiare qualche birra e di corsa in Triennale dove alle 17.30 mi aspetta "Birra.com", una tavola rotonda sui temi della comunicazione così come è vissuta e condotta da alcuni birrifici artigianali italiani. Comunicazione intesa come utilizzo delle nuove tecnologie, ma anche come packaging e design. Presenti Teo Musso di Le Baladin, Loreno Michielin di 32 Via dei Birrai e Pietro Di Pilato di Brewfist. L'ingresso è gratuito, ma c'è spazio solo per i primi 50 che si presentano...
Che dire... Pensando che la settimana successiva scattano le operazioni di Birra dell'Anno e poi due giorni a Selezione Birra mi rendo conto che avrò poco tempo di tirare il fiato (e presumo pure di scrivere su questo blog). Comunque, dovessimo incrociarci da qualche parte, siete i benvenuti!

PS. A proposito di Rimini e se non lo avete già fatto, date uno sguardo a Birramoramento, un programma fitto fitto di incontri e dibattiti messo a punto da Interbrau con molti "personaggi" interessanti e argomenti ancora più interessanti. Io sono stato "programmato" (alla Robocop, per intenderci) per domenica 26 alle 11.30 sul tema "La birra italiana all'estero". Ospiti anche Teo Musso (sì sempre lui, ma non ci siamo fidanzati...), Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo e Rino Mini, presidente di Birra Amarcord. Ci si vede...

10 febbraio 2012

Dialogo semiserio tra un sommelier e la moglie

Una sera qualunque di fine inverno. Una noiosa serata a teatro, il tram fino a casa e poi due passi per attraversare il cortile che conduce al portone.
La moglie annusa l'aria, circospetta…
- Lo senti anche tu?
- Che cosa?
- Questo odore… come… di legna bruciata…
- In centro a Milano?
- Sì, tu non senti mai niente…
- Se non mi pagano, no.
- Dai, è odore di legna!
- Specifica.
- Odore di legna bruciata. Cosa devo specificare?
- Che tipo di legno? Faggio, ontano, larice, pino marittimo?
- Sì, bravo. Pino marittimo…
- Ok. Tagliato a mano, abbattuto dal fulmine, estirpato dalla ruspa?
- No, dico. Ma sei scemo?
- Bruciato nel camino, nella stufa o ridotto in pellets e messo in combustione lenta?
- Oh, Gesù…
- Pino marittimo di quale zona? Litorale di Sabaudia, Pineta di Cervia, viale alberato della Piana Pontina…
- D'accordo, mai più teatro scelto da me.
- Pino marittimo di che età? Giovane, giovane-adulto, adulto, vecchio, malato, senescente…
- Caro, ho deciso di lasciarti.
- Per quale associazione? Aspi, Fisar, Onav….

9 febbraio 2012

Homebrewer addio...

Attendiamo le lattine!
Non sono un homebrewer anzi, per la serenità di tutti, dico che non mi ha nemmeno mai sfiorato l'idea di mettermi a fare la birra in casa. Ho il sospetto che serva almeno qualche minima nozione di chimica e di fisica e per me, quegli argomenti, sono come l'aglio per un vampiro. Mi mettono in fuga. Ma, adesso, ho la soluzione che mi può permettere di "fare" la mia birra personale. Quasi quasi, anche di partecipare a qualche concorso, possibilmente a tema libero. L'uovo di Colombo si chiama Drink your brand ovvero "personalizza la tua etichetta". Il sito spiega che è un gioco da ragazzi, una manciata di clic e via. Si sceglie la propria birra tra le tre opzioni presenti (belgian ale, pale ale e scotch ale), si disegna e si personalizza l'etichetta, scegliendo tra alcune proposte base e potendo poi posizionare un'immagine e un testo. Al resto ci pensano loro per un ordine minimo di 6 cartoni da 12 bottiglie da 33 cl (246,96 euro il totale; 3,43 euro a bottiglia). Il che vuol dire ben 72 bottiglie.
A prima vista la cosa potrebbe sembrare carina. Ho sempre desiderato una birra personale o dedicata alla mia augusta persona. In attesa che ci pensi qualche birraio italiano, attesa che probabilmente terminerà quando sarò (il più tardi possibile) al camposanto, potrei farmela da solo. Peccato solo il fantascientifico prezzo di oltre 3 euro per una birra anonima (il sito non sembra rivelare il fornitore. Chi ne sa di più parli, please...) e l'altrettanto fantascientifico ordine minimo di ben 72 bottiglie. Chi vorrà, oltre a me beninteso, una bottiglia di birra con la mia faccia e il mio nome stampati sopra? Non mi resterebbe che tentare la strada del concorso per homebrewers...
Allora, a quando un bel Xmas al Birrificio Italiano tutto dedicato alle Scotch Ale? Oh, a me va bene pure Pale Ale e Belgian Ale...

PS. La correzione di Tyrser giunge rapida. La produzione è del birrificio I Due Mastri di Prato. Sorry.

8 febbraio 2012

Degustazione da brivido... freddo

Con il naso nel bicchiere
Ieri, mentre facevo una ricerchina in rete per trovare la denominazione esatta di un certo vino mi sono imbattuto nella sua scheda descrittiva compilata da un celebre degustatore. Mentre leggevo una riga dopo l'altra, un brivido freddo cominciava a farsi sentire sulla schiena. Ecco le, quantomeno immaginifiche, parole:
"Sensazioni:  eccellente dolcezza sin dal primo contatto olfattivo. Morbidamente il campione svela se stesso: quel vino privo di picchi, quel vino che ha preso il legno senza essere da questo fumosamente, artatamente coperto di spezie, quel vino il cui profumo, del suo frutto originario, fedelmente riporta freschezza, succosità e maturità profonda. Un vino dal tatto fittamente maestoso, di potenza alcolica eccellente, che per via della souplesse e della dolcezza mentosa del suo gusto-aroma pare francamente non avere la massiva fittezza che svela polposa il suo tatto, tannicamente tramoso. Campione tanto di possanza quanto di nitida, viva fragranza. Enologia esecutiva che non altera in nessun modo l'integrità d'aroma di questo rotondo e vivido frutto."
Il mio modesto intelletto non mi permette di ascendere alle vertiginose vette di questo tipo di scrittura, mi scuso con i miei quattro affezionati lettori. Credo che buona parte della stanchezza che percepisco in giro riguardo al mondo del vino, letteralmente vivisezionato da esperti togati e poeti d'avanguardia, sia dovuto a questo tipo di degustazioni...
Comunque, qualora dovessi indulgere a una simile prosa (ommiodio, mi è bastato leggere e fare copiaincolla e forse ho già pigliato il virus...), vi autorizzo ad additarmi al pubblico ludibrio....
E, a proposito e senza ricorrere a Google, chi indovina l'autore di tale recensione enologica?

7 febbraio 2012

Selezione Birra - L'intervista a Orietta Foschi

L'appuntamento a Rimini è per il 25 febbraio
In un post di qualche giorno fa e intitolato Unionbirrai new frontier... accennavo ai fasti della Fiera di Rimini che fu e alla realtà di oggi. Un discorso che avevo già fatto l'anno scorso e probabilmente anche l'anno prima e che risente, da un lato, di una personale nostalgia del passato (quando a Rimini arrivavano tutti, ma proprio tutti) e dall'altro dalla consapevolezza che è il mercato, sostanzialmente, a essere cambiato. Il post è stato letto anche al quartiere generale di Sapore 2012 e quindi ho colto al volo la possibilità di far parlare direttamente la Fiera in merito alla... Fiera. Le risposte sono di Orietta Foschi, project manager di Sapore.

Dottoressa Foschi, mancano poche settimane a Selezione Birra 2012. Ci può dire quanti espositori "birrari" (tra produttori di birra, importatori, produttori d'impianti) saranno presenti a Rimini? 
«Avremo oltre 150 birre (tra dirette, importate e rappresentate) e una ventina di aziende collegate al settore birraio. La sezione è inoltre interessante non solo per il numero ma per la grande varietà di prodotti esposti»

Nel corso degli anni il volto della manifestazione è radicalmente cambiato. Sono spariti i big, sono aumentati i produttori artigiani. Lei è dell'avviso che Rimini continui a rimanere un appuntamento B2B? Che pareri avete raccolto, l'anno scorso, da parte degli espositori birrari? 
«Mentre ovunque proliferano iniziative per appassionati, eventi promozionali, degustazioni... Selezione Birra resta l'unico evento B2B in Europa che rispecchia le tendenze del mercato birrario e per questo è molto seguito dal trade (i grossisti di bevande e gli importatori) oltre che dai gestori dei pubblici esercizi, sempre alla ricerca di novità per il loro business. Crediamo ancora nella validità del nostro posizionamento, anche alla luce dei risultati soddisfacenti riportati dalle aziende nella precedente edizione. Tanto è vero che abbiamo raddoppiato le aree rispetto al 2011»

Quanto costa avere uno stand a Selezione Birra 2012? Ci sono costi aggiuntivi da sostenere?   
«È possibile partecipare con costi molto contenuti.  Ovviamente il format adottato oggi dagli espositori è puramente commerciale (allestimenti basic, niente spettacoli, degustazioni solo per operatori) e si basa sugli incontri d'affari anzichè sulla promozione dell'immagine aziendale, come avveniva in passato»
Lo scenografico ingresso della Fiera di Rimini

Molti appassionati non "professionisti" si lamentano di non poter accedere alla manifestazione. Avete mai preso in considerazione l'ipotesi di creare dei momenti o degli spazi aperti a tutti? Ovviamente facendo pagare l'ingresso e permettendo agli espositori di poter vendere la birra... 
«Ci sono già tantissimi eventi per gli amatori. Noi vogliamo fornire alle aziende contatti a un livello diverso»

Come vede il futuro di questa manifestazione? Al di là della presenza degli espositori e dei visitatori, la maggior parte degli eventi sono legati alle iniziative dei singoli e delle associazioni. La Fiera potrebbe avere un ruolo più propositivo da questo punto di vista. Ci sono dei progetti al riguardo?  
«I convegni e le degustazioni hanno dei contenuti molto tecnici e specializzati e solo dei professionisti di settore possono idearli. Il ruolo della fiera in questo caso è di coordinamento e supporto. Spesso proponiamo aree speciali o format diversi o iniziative particolarmente innovative perchè abbiamo la necessità di anticipare le tendenze dei mercati. Lo scorso anno ad esempio abbiamo proposto ad alcune aziende leader interessate al trade di occupare delle aree adibite a salotto, per il 2012 abbiamo progettato dei "sampling box" e un programma fuori salone, altre idee sono in fase di perfezionamento.
Il futuro della fiera? La tendenza del momento è rappresentata proprio dalle birre artigianali, che a Rimini sono state ospitate e promosse già 10 anni fa! Il format futuro sarà sicuramente diverso, ma sempre in linea con quelle che saranno le tendenze del mercato».