27 novembre 2008

La bionda di Mr. Peroni


Più vado avanti nella lettura e più mi convinco di aver fatto bene a comprarlo. Sto parlando del volume intitolato "La bionda della mia vita", firmato da Rudi Peroni insieme al giornalista Giuseppe Mazzei. Editore Sperling & Kupfer, costo 16,50 euro. Rudi Peroni è stato l'ultimo amministratore delegato dell'azienda omonima prima del passaggio di mano alla multinazionale Sab Miller (a parte l'ultima breve parentesi del figlio Franco) e ha un bagaglio di memorie personali e imprenditoriali davvero interessante. Al di là della storia della famiglia, nel botta e risposta con Mazzei Mr. Peroni mette in luce le difficoltà per una azienda italiana nel competere su un piano internazionale con le altre società come Heineken, Carlsberg, etc... Difficoltà dovute a un deficit strutturale del sistema Paese per le lentezze burocratiche, la carenza di flussi creditizi necessari agli investimenti e alla crescita, la totale assenza di una politica industriale sana.

Insomma, un affresco di sessant'anni di storia birraria italiana che apre gli occhi ma, allo stesso tempo, immalinconisce un po' perché appare chiaro l'arretratezza e la miopia dei nostri governanti: sintomatico ad esempio l'aneddoto della espropriazione di una parte del terreno dove sorge lo stabilimento per edificarvi una scuola e la conseguente costruzione di abitazioni in un'area che doveva essere di sviluppo industriale. C'è di che riflettere su questo libro di 146 pagine che si legge rapidamente.

20 novembre 2008

Venezia, la birra e tu


Facendo il verso a un vecchio film di Dino Risi riporto con gioia l'annuncio del primo Venezia Beer Festival. Con gioia perché a organizzarlo sono i ragazzi del Voodoo Child Pub di Caltana (http://www.voodoochildpub.it/), ovviamente in provincia di Venezia, che è stata una delle birrerie dove sono stato "svezzato" ai piaceri della birra (solo quelli comunque, non mettetevi strane idee in testa). Denis, Vaner e Federica sono delle splendide persone che stimo molto e che un po', vero Vaner..., invidio per tutti i giri e le esperienze birrarie che hanno vissuto in prima persona. In pratica Vaner e Federica sono la coppia più "luppolata" che conosco... Per questo e per altri motivi che non vorrei cadessero in un intimistico Amarcord consiglio vivamente di mettersi in calendario le tre giornate di gennaio che vedete in locandina per concedervi un break veneziano con birre da tutto il mondo. La garanzia è a doppia mandata: i ragazzi del Voodoo e l'ineffabile Kuaska che vale sempre il biglietto (che peraltro non c'è) dovesse anche ripetere per la milionesima volta che "non esiste la birra, esistono le birre". Il Voodoo Child è un tempio della birra, 'azz delle birre, ormai storico, di successo quando eravamo ancora ragazzini che bevevano Chimay come fosse una roba stranissima, ritrovo di motociclisti puri e duri (e forse in via di estinzione, boh...) e tappa obbligata dai neopatentati fino ai padri di famiglia. Taglio corto perché mi rendo conto che rischio di diventare sentimentale. Io farò di tutto per essere presente almeno a una serata perché se vale il detto "Venezia... almeno una volta nella vita", altrettanto si deve dire "il Voodoo Child... almeno una volta nella vita".

14 novembre 2008

Ops, mi è caduta la guida


Mi dispiace, ma notizie del genere per un giornalista sono come il miele per le api. Come molte persone ho anche io tra le mani, da qualche giorno, la Guida alle birre d'Italia di Slow Food, prima edizione 2009. Un lavoro che sicuramente mancava nel panorama editoriale di settore. Per la prima volta si è tentato di dare un volto, e soprattutto, un giudizio a centinaia di birre artigianali. I voti, come sempre accade, sono soggetti a commenti, approvazioni e critiche. Ma quando sono attribuibili, ovvero quando qualcuno se ne prende la responsabilità, li si può accettare come opinioni di un gruppo qualificato. Oppure no, vedete voi.
Quello che invece è più difficile capire è quanto è emerso oggi da parte di un birraio assai noto e apprezzato, ovvero Fabiano Toffoli di 32 Via dei birrai, che appare assai adirato nei confronti del team della guida. Il motivo lo si può leggere a pagina 158 della Guida dove al birrificio 32 sono attribuite le birre Hill, Moor e Wood, etichettate Ca' Foresto. Il problema è che Fabiano non produce quelle birre. Che 32 Via dei birrai evita accuratamente, per politica aziendale, di servirsi di distributori. Che Ca' Foresto è proprio un distributore.... Insomma, un errore madornale o una disattenzione pesante. Strano, visto la tradizionale professionalità di Slow Food e visto la competenza, a prova di bomba, degli estensori della Guida...
La possibilità che, una volta dato il "si stampi", in un volume si trovino refusi, piccole dimenticanze, errori di ortografia, è praticamente normale in quasi tutte le case editrici, sia di riviste sia di libri, ma quello di 32 Via dei birrai sembra un eccesso di confidenza, non in Fabiano forse semmai in un sito internet, che si è tramutato in un cono d'ombra sulla Guida. Che, come dice il titolo di questo post, ahimé, mi è caduta...
Come concludere allora... Fabiano che smentisce, e avrebbe ragione anche di andare oltre, la Guida non è una bella cosa. Francamente ha preso in contropiede pure noi ma, eventualmente, siamo qui per accogliere "controsmentite", chiarimenti o, non si sa mai, altre "cadute"...

Italians do it better


Nessun riferimento alla signora Ciccone e nemmeno a Rocco Siffredi. Gli italiani che lo fanno meglio sono evidentemente i produttori di birra artigianale che fanno ormai capolino anche dove non te lo aspetti. Così, direttamente dalla tre giorni ad Amsterdam, ecco sugli scaffali del beershop De Bierkoning (http://www.debierkoning.nl/) alcune italiche referenze, che potete anche trovare nella foto, e che vanno attribuite, per i miopi, al Birrificio Italiano, al Troll, al Birrificio Menaresta e ad Almond '22. Confesso che, pur non avendo il benché minimo merito, ho provato un certo fremito di soddisfazione. Il ragazzo che gestiva in quel momento il negozio, fondato nell'ormai lontano 1985 e dotato di mediamente 900 etichette, mi ha spiegato che la presenza tricolore era frutto di una spedizione all'ultimo Great British Beer Festival, ma che sperava prima o poi di fare una capatina in Italia per prendere visione in prima persona della nostra realtà. Io, lo ammetto, ho un po' gongolato. Ah, i prezzi? Beh, dai 7 agli 8,50 euro per bottiglie da 0,75....

4 novembre 2008

Di Happy c'è solo l'Hour




"Di Happy c'è solo l'Hour" è un mio racconto (2mila battute) che è stato selezionato per apparire su un e-book curato da Beppe Severgnini, scrittore e firma del Corriere della Sera. Dopo le prime "forche caudine", il giudizio finale lo fanno i lettori, ergo senza vergogna alcuna eccovi il link al quale si può leggere e, eventualmente, votare per me! In tempo di elezioni americane, questo e altro... Avvertenza, per votare ci si deve registrare al sito del Corriere; se vi sembra troppo una rottura non vi angustiate, sono lo stesso lieto di ricevere i vostri commenti su questo blog....


Ecco allora il link: