Immersione in apnea come nemmeno Maiorca in quel dell'Artigiano in Fiera a Milano. Bellissime scene bibliche da attraversamento del Mar Rosso, full contact in senso buono con migliaia di persone annaspanti e acquirenti, tentazione di mettersi a "pogare" per vedere, come direbbe Jannacci, l'effetto che fa. Campionati del mondo di assaggio gratuito in onda come un reality show. Imperdibile, come esperienza sociologica e dal punto di vista della psicologia delle masse. Ma anche sotto il profilo birrario, ovviamente se no che scrivo a fare... Nel "big bang" consumistico meneghino un pensiero affiora in superficie come una bolla d'aria, appunto, di Maiorca: ma quanti italiani si sono messi a fare birra "artigianale" negli ultimi due anni? Tanti, forse troppi. Vabbé che lo sport nazionale sul suolo patrio non è il calcio ma la "salita sul carro del vincitore", ma qui si sta esagerando. Anche perché se mi fai una birra doppio malto, di stile trappista, a bassa fermentazione; forse non hai proprio inquadrato bene l'argomento... Ma la proliferazione è il segno evidente che la birra artigianale tira, per quanto ancora magari non si sa, ma come qualche anno fa tutti aprivano pub irlandesi senza nemmeno aver messo piede a Dublino o senza saper distinguere una stout da una lager, oggi vai di produzione faidaté che, in qualche caso, dovrebbe anche rimanere legata al consumo "faidaté". Mi consolo pensando a due incontri casuali e fortunosi nel grande sabba: il primo con l'Orso Verde alias Cesare che mi ha proposto la sua Rebelde, una ale che per la grafica penso piacerebbe molto al subcomandante Marcos o ai compagni di Sendero Luminoso, ma che a me è piaciuta più semplicemente per il suo corpo notevole garantito però da un grande equilibrio e aromaticità. Credo una strong ale davvero interessante che ti affascina per i profumi e poi ti schiaffeggia, con simpatia, con la sua tempra. Consolatorio anche lo step dal Vecchio Birraio, storico brewpub veneto che continua a convincere con la sua profumata e dissetante Sausa pils, ideale per sconfiggere la calura amazzonica provata in fiera. Insomma, due soste rinfrancanti anche in senso psicologico. Perché il problema, quando le onde si ingrossano e si moltiplicano, non è riuscire a cavalcarle tutte, ma solo saper selezionare e scegliere l'onda giusta...
2 commenti:
meno male che non hai assaggiato quella di natale dell'orso verde, il tono dell'articolo sarebbe stato sicuramente diverso :-)
Ero ancora sballato dal jetlag post Canada, per cui ho dovuto fare una scelta singola. Allora ho "pescato" bene... A volte capita, non sempre purtroppo.... Ma di Cesare, come di altri, ci si può fidare complessivamente; sono i "nuovi allo sbaraglio" che mi inquietano...
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