9 maggio 2009

Lezioni americane


Incontrare Garrett Oliver, brewmaster della Brooklyn Brewery di New York, e Sandro Vecchiato, amministratore delegato di Interbrau, non è stato il classico appuntamento di lavoro con intervista ovviamente connessa. O per lo meno, non solo. Del talentuoso birraio della Grande Mela avevo, come molti, sentito parlare a lungo, alcune sue birre le avevo assaggiate in Italia e all'estero, ma di lui non sapevo nulla dal punto di vista personale. Poteva essere un sussiegoso tizio consapevole della sua fama oppure un abbottonatissimo americano da cui cavare parole di bocca con la pinza. Invece, grazie a Dio, ho portato il registratore con me e ho inciso un vero e proprio fiume di parole intervallate da poche, brevi, domande. Garrett Oliver è indubbiamente un uomo di comunicazione, ma trasuda letteralmente una passione smodata per la birra, da quando ne è stato fulminato in Europa dove si trovava per lavoro. Passione indubbiamente, ma anche un approccio molto serio, quasi severo, verso l'arte brassicola. Questo, forse, la parte che mi ha colpito maggiormente di lui. La creatività lo affascina tanto quanto la competenza e quando gli ho chiesto cosa avrebbe suggerito a un giovane birraio alle prime armi, mi ha risposto che una delle prime cose da provare a fare bene è una pilsner. La competenza si acquisisce con il tempo e con la pratica, confrontandosi con i birrai più esperti. A un certo punto mi ha chiesto: "In Italia non avete un mastro birraio in pensione che possa trasferire il suo bagaglio tecnico ai giovani che vogliono imparare?". Uno, a dire il vero, ci sarebbe, ho risposto pensando a Tullio Zangrando, un maestro di modestia quanto di tecnica. Ma chissà cosa ne penserebbe Zangrando, già impegnato con Theresianer... Ma, al di là di questo, quanto pesa la fantasia e quanto la tecnica per far saltare fuori un bravo birraio? Forse è una domanda che vale la pena porsi, in un momento in cui in Italia nascono brewpub e microbirrifici come funghi dopo una pioggia autunnale...

4 commenti:

Schigi ha detto...

Ho assaggiato la sua Local 1 e non mi sembra una grande prova di birraio.
Alcol squilibratissimo e difficile da bere.
Lui però sarà simpatico.

Tony ha detto...

Ciao Maurizio!

Posso chiederti dove e quando verrà pubblicata la tua intervista? Mi piacerebbe molto leggerla, soprattutto visto che domani non potrò essere a Roma per incontrarlo personalmente :-((

ciao

Tony

Maurizio ha detto...

@Schigi: la Local 1 l'ho assaggiata al volo prima del meeting con Unionbirrai a Milano. I profumi mi piacevano assai, forse era un po' "pesante" da bere...
@Tony: l'intervista sarà pubblicata su Il Mondo della Birra, presumo a luglio

Anonimo ha detto...

...Anche Vecchiato adesso cavalca l'artigianale, ( che poi la Brooklin sia eccezionale non mi pare ) a quando l'industria ? Peraltro già lo stanno facendo producendo per Bryton ! Aiuto...