6 maggio 2010

Forst, la nuova campagna


E' simpatica la nuova campagna pubblicitaria della Birra Forst. La si vede in televisione, ma anche sulla carta stampata, e gioca su quelli che sono i requisiti classici della birra altoatesina che, dalle sue parti, ha percentuali di mercato bulgare. I bicchieri di Forst che sembrano vivere tra torrenti e boschi innevati sono in linea con la fabbrica di birra più bella d'Italia. La prima volta che ci sono stato ero rimasto sbalordito dalla cura per i dettagli: i vasi di gerani fioriti alle finestre, addirittura le sbarre all'ingresso dei camion in legno intagliato. Tocco femminile forse, ma anche scelta di trasmettere naturalità e piccole dimensioni. Piccole fino a un certo punto ovviamente, perché la Forst oggi fa 700mila ettolitri all'anno e con la nuova sala cottura, la cui inugurazione è prevista per la primavera prossima, si arriverà a 900mila. Numeri di tutto rispetto benché molto lontani dai traguardi delle majors italiane. Tre settimane fa sono stato a Merano e ho fatto una scappata a Lagundo per provare la birra della casa, che si beve solo lì, e una letteralmente fantastica "crema alla birra". Una specie di "passato" che considero tra le migliori ricette birrose provate negli ultimi mesi, insieme al Birramisù di Claudio Sadler. Confesso di avere un piccolo debole per la Forst, mi piacciono quasi tutte le loro birre (in primis la Sixtus e la Pils), stimo la serenità e la competenza di Antonio Cesaro, il loro ex mastro birraio ancora in pista per diffondere il "verbo" della birra e sono rimasto impressionato, durante la presentazione milanese alla stampa della nuova campagna, dalla classe e dal fascino della signora Margherita Fuchs von Mannstein. Vera first lady della birra italiana.

5 commenti:

Schigi ha detto...

Ti piacciono anche da quando in tutte le loro birre l'etichetta riporta come ingrediente il fantastico Gritz di Mais?
La Sixtus era una delle più buone birre italiane.
L'hanno massacrata!
Non discuto che la minestra a Lagundo sia buona, ma per il resto...lasciamo perdere.
La buona birra sta altrove.

amici della birra ha detto...

La Sixtus bevuta fresca e viva nel giardino-ristorante davanti alla fabbrica è buonissima (sarà l'ambiente...) ed anche il tris di canederli rivisitati ed alleggeriti non scherzava

amici della birra ha detto...

Parlo di cinque anni fà, non so se c'era già il mais. Ripeto, sarà anche l'ambiente, ma nel contesto era un prodotto fresco e sinceramente, buono, molto diverso della versione in bottiglia (ovvio) Le birre buone stanno altrove, ma anche le peggiori.

Anonimo ha detto...

http://www.forstreporter.it/

Anonimo ha detto...

Ciao, ho cercato "mais" sul blog ed è apparsa questa pagina. Volevo chiedere che funzione ha l'utilizzo del mais nella birra, che in Italia è così diffuso.
Si tratta solo di risparmiare malto d'orzo o c'è qualche motivazione legata al gusto che si vuole ottenere?
Grazie
Gino