6 maggio 2012

Teo vs Ago: l'intervista doppia...

Tempo di sperimentazioni qui a Birragenda. L'idea dell'intervista doppia ci scompifferava, a dire il vero, da un po' di tempo ma era sempre mancata l'occasione e, soprattutto, immaginavo che la cosa potesse funzionare bene solo in televisione (Le Iene docet). Tuttavia l'occasione della cotta insieme tra Teo Musso e Agostino Arioli mi sembrava troppo ghiotta per non provarci e allora eccola qui. La regola era che le domande fossero le stesse, i protagonisti sono stati intervistati separatamente.
Buona lettura...
Agostino Arioli
- Perché una birra insieme?
Ago: Perché Teo mi ha invitato (risposta concisa e lunga pausa, ndr.). Certo che c'è il gusto del confronto. Io non avevo pensato a una cosa del genere. Ci ha pensato lui e io sono stato contento di aver accettato l'invito. Sacrificando un impegno che avevo che a sua volta mi aveva costretto a sacrificare l'invito alla World Beer Cup di San Diego. Ma è stato un sacrificio che ho fatto volentieri: innanzitutto perché tutte le collaborazioni tra birrai sono delle occasioni di crescita, di scambio e di piacere. Poi Teo è sempre stato un amico per me, soprattutto agli inizi, ma lo è sempre rimasto... Ritrovare un amico e fare insieme a lui quello che ci piace maggiormente è quindi sempre un piacere per me...
Teo: Per me l'idea era quella di mettere insieme 30 anni di birra artigianale italiana (16 di Ago e 16 di Teo, ndr.). Far incontrare due storie, due filosofie, due pensieri diversi dopo tanti anni sarebbe stata una bella cosa. Dall'idea di fare una birra insieme siamo passati all'idea di fondere due filosofie in un unico prodotto. Bellissimo, molto stimolante ma anche molto difficile. Infine, questo nostro incontro è anche un modo per rispondere giocosamente al mondo degli appassionati che, in qualche modo, ha supposto una rivalità tra me e Ago, quando invece è tutto il contrario... Rivali proprio non lo siamo mai stati... Per giocare al massimo avrei voluto creare qui in birrificio una sorta di "ring" dove all'angolo di Ago ci stava la Tipopils e al mio la Super Baladin. Ci è mancato il tempo....
- Cosa invidi dell'altro?
Ago: La cosa che invidio di più a Teo è la sua energia, il fatto che è perennemente in movimento. Ma la parola "invidia" è oggi poco attuale per me. Ci sono stati dei momenti in cui invidiavo davvero la sua capacità di fare tante cose, il suo essere sempre così brillante. Ora più che altro ammiro la sua energia, ne sono incantato. Non si ferma mai, è sempre in movimento e tutte le idee che gli vengono in mente riesce a portarle avanti. Cazzo, un'energia incredibile. Questo aspetto lo ammiro molto...
Teo Musso
Teo: Guarda, penso di dire l'opposto di quello che ti ha detto lui (ride, ndr.). Io gli invidio il fatto di riuscire a stare fermo su una stessa cosa. Io so che non potrei mai essere come lui, ma ci sono dei momenti che gli invidio proprio questo suo lato del carattere, la sua solidità. Io ho un bisogno continuo di esplorare, muovermi...
- Una birra che ruberesti a Teo/Ago...
Ago: (lunghissima pausa, ndr.l). Guarda, rispondo solo per dovere d'intervistato. Perché, la cosa bella che c'è tra me e Teo è che facciamo birre molto diverse, ma anche molto complementari. Una linea di birre che comprendesse le mie e le sue sarebbe, non dico completa, ma straordinariamente interessante e variegata. Comunque ritengo che la birra più geniale di Teo sia la Xyauyù. Non è forse una birra che bevo spesso, ma quando me ne faccio un mezzo bicchiere godo...
Teo: Bah, ruberei naturalmente la sua birra simbolo, la Tipopils. Perché è in realtà una grande birra, sotto tutti gli aspetti. E' una grande pils, ma anche per il suo modo di comunicarla, la serietà nel comunicarla. Indubbiamente una grande birra...
- Dove sarai tra dieci anni?
Ago: Prima di tutto vorrei essere ancora sulla faccia della terra, con la mia compagna e mio figlio in Indonesia, però immagino che tu me lo chieda dal punto di vista professionale (ride, ndr.), e quindi ti dico che non c'è il minimo dubbio che vorrei essere ancora a fare birra. negli anni passati ho avuto dei momenti di dubbio ma oggi mi dichiaro felicemente birraio. Sono rilassato, non devo dimostrare niente a nessuno, lavoro il giusto. Fare birra è fantastico, ma vorrei migliorare sempre la mia produzione e realizzare qualche progetto che ho in cantiere. Sai, le mie birre richiedono degli anni per arrivare a maturità... Ah, e vorrei sempre riuscire a mantenere intatto il legame che ho con i consumatori...
Teo: Tra dieci anni non ne ho la più pallida idea (ride di nuovo, ndr.). No, in realtà, vorrei continuare a ricercare nuovi percorsi del gusto riuscendo però a mantenere questo dimensionamento. Di sicuro tra dieci anni avrò la cantina d'invecchiamento per le birre più figa del mondo! Ci sarà la possibilità di assaggiare Xyauyù di dieci anni di invecchiamento, posso immaginare già l'evoluzione, ma forse no, Forse i risultati saranno oltre l'immaginazione....

1 commento:

Oliver ha detto...

Due fenomeni, ognuno a suo modo