Un fine settimana di rapina, al lavoro ovviamente... Ma mancavo da Dublino da troppo tempo per rimandare ancora il mio consueto pellegrinaggio a Temple Bar e così fuga per la vittoria approfittando di un buon prezzo sul volo Aer Lingus da Linate in compagnia di Valentina e di amici fidati. Dublino ha pochi monumenti degni di nota, niente di paragonabile a Londra o a Parigi nè tantomeno a Roma, ma è un luogo dell'anima, ti entra sotto pelle in poche ore e, se hai il carattere giusto, non ti abbandona più. Quindi prima tappa, come sempre, al Mulligan's di Poolbeg Street che resiste alle falangi di turisti e mantiene la vecchia, solida, atmosfera del pub senza fronzoli, solo legno e spine. Qui la prima pinta di Guinness o di "black stuff" che dir si voglia. La prima di tante. Era dai tempi di Praga o della Croazia che non bevevo così di gusto, solo per sentirmi bagnare la gola e provare il pulito amaro finale di questa stout che a lungo è stata in cima alla lista dei miei desideri quando, vent'anni fa, ho cominciato a bere birra seriamente. Guinness, Guinness, Guinness... Nei pub ma anche nella Storehouse, dove ho incontrato anche, pur non riuscendo a metterlo a fuoco, Raimondo Cetani birraio dell'Hibu... Piccolo il mondo della birra, senile la mia mente smemorata...
Ma se di Guinness a Dublino potrei vivere, va detto che ho trovato grande soddisfazione nel mandare giù la Plain Porter di The Porterhouse e soprattutto la Galway Hooker, una formidabile irish pale ale che non conoscevo. Così come non conoscevo il The Bull & Castle (http://www.indublin.ie/Venues/Pubs/The_Bull_-_Castle_Gastro_Pub_-_Beer_Hall.aspx), gastropub a due passi dalla Christ Church e piccolo tesoro di microproduzioni irlandesi: da quelle delle isole Aran, che ho portato a casa, a quelle di Whitewater Brewery e di Franciscan Well che invece mi garantiscono un ritorno, spero presto, nell'isola di smeraldo.