2 aprile 2011

Patagonia Brewing

Ho sempre sostenuto che parte del fascino della birra risiede anche nel fatto che non ha limiti imposti dalle latitudini, come ad esempio, il vino. Tuttavia, andandomene in giro una settimana per la Patagonia argentina (i report quotidiani del viaggio, se li volete leggere, li trovate qui) mi sono stupito della quantità di piccole produzioni birrarie in un luogo considerato, per certi versi a buona ragione, "dimenticato da Dio". Di Argentina, in termini birrari confesso che non andavo oltre il marchio commerciale più conosciuto, ovvero la Quilmes che, tra l'altro, è presente pure in Italia.

Ora, la Quilmes la si trova dovunque in Argentina e la sua caratteristica bottiglia da mezzo litro dall'imboccatura particolarmente larga è una presenza abituale sulle tavole di pub e ristoranti (i favolosi "asador" dove si mangia agnello allo spiedo e grigliate di carne che da sole valgono il viaggio). Non solo, ma Quilmes in Argentina significa anche la variante Stout e Bock. Peccato solo che da queste parti, sebbene il freddo possa essere davvero intenso, abbiano l'abitudine di refrigerare i boccali prima di riempirli di birra. Refrigerarli al punto tale che una sottile crosticina di ghiaccio adornava il mio pieno di Stout che del resto è una stout un po' sui generis: scura ovviamente, ma poco corpo e note più che altro caramellose. Tuttavia, strana usanza a parte, la Quilmes non è la scelta unica e obbligata, lasciando perdere la triste Isenbeck assaggiata in volo tra Roma e Buenos Aires, se si vuole ordinare una birra in Patagonia. A El Calafate ad esempio, esiste la Cerveceria Sholken dove due ragazzi, Matias e Favio, producono tre birre (la Rubia, la Roja e la Nera) con luppolo coltivato in Argentina, ma più a nord. Delle tre, tutte non filtrate, ho apprezzato la Rubia, una chiara abbastanza profumata, e la Nera che sembra ispirata alle rauchbier di Bamberga con profumi leggeri di affumicatura. Niente di esaltante, sia chiaro, ma un percorso originale che merita di essere incoraggiato. Scendendo poi verso Ushuaia, che è considerata la città più australe del mondo, ecco spuntare come funghi birre a me totalmente sconosciute.
La Cerveceria Sholken a El Calafate
Alcune discrete India Pale Ale, alcune Bock, molte birre scure, anche se quasi tutte anonime, ma una scelta assai ampia per essere in un territorio poco popolato e dove la vita non presenta tutte le comodità di una moderna città occidentale. A Ushuaia sono stato in un ristorante chiamato Placeres Patagonicos che, oltre ad alcuni grandi marchi commerciali, aveva oltre una decina di birre locali, dal trittico (pilsen, pale ale e stout) della Cerveceria Cape Horn alla quasi infinita gamma proposta dalla Cerveceria El Bolson che passa dalla serie classica alla birra al miele, a quella al cioccolato (notevole, con un profilo aromatico molto caratterizzato) fino a quella al peperoncino (forse la più interessante al naso, per delle note vegetali molto fresche e una gradevole persistenza pungente al palato). Insomma, un itinerario quello fatto nella Patagonia argentina molto interessante anche sotto il profilo birrario, una presenza che seppure qualitativamente non indimenticabile mi fa riflettere sul fatto che in questo ambito c'è davvero spazio per tutti, anche all'interno dello stesso locale. La mia permanenza in Argentina si è infatti conclusa in un pub irlandese di Buenos Aires. A fianco della Guinness, che forse andava per la maggiore, c'era anche una scura e una pale ale locale di un piccolo produttore che adesso si è perso nei meandri dei miei appunti. Io ho optato per la pale ale, qualcuno al mio tavolo ha preferito la Guinness. Libertà di scelta, gran bella cosa...
Scelta birraria in Patagonia

2 commenti:

carlo schizzerotto ha detto...

anda a ver esta pagina, igual te interesa...
http://www.cervezas-argentinas.com.ar/

Maurizio ha detto...

Ciao Carlo, grazie per la segnalazione di questo link... Forse avrei dovuto scovarlo prima di partire.... :-)