Le Birre della Merla |
Io e Valentina decidiamo il blitz alle Birre della Merla venerdì. D'accordo, avremmo dovuto fare ritorno a Milano in serata, per una cena con degli amici, ma dopo aver considerato le distanze eravamo fiduciosi di poter passare qualche ora a una manifestazione di cui avevamo sentito parlare in termini entusiastici. Il freddo non ci spaventa anche perché, non essendo obbligati a restare alle spine (che stanno al freddo e al gelo) tutto il giorno, potevamo evitare una vestizione "multistrato" e optare per un classico abbigliamento invernale. L'idea poi di vedere i birrai addobbati come dei boscaioli dell'Ontario aveva un suo perché. Ergo, scaldiamo i motori e, sabato poco dopo le due del pomeriggio, varchiamo il portone della Locanda del Grue.
Molte facce note, a partire da un Kuaska in ottima forma (alla faccia degli anni) e poi Riccardo Franzosi, birraio ospite di Montegioco, Beppe Vento del Bi-Du, Cesare Gualdoni dell'Orso Verde, Dano del Troll, Schigi di Extraomnes. Vengo edotto immediatamente del concorso per homebrewer che si sono cimentati nel "Miele della Merla", imparo la differenza tra un "mead", un "braggott" e un "metheglin", e ne agguanto uno (etichetta numero 13). Lo trovo fantastico e penso non solo per l'effetto novità, ma non so come si è piazzato al concorso e quindi me ne sto zitto... Tuttavia mi riprometto di approfondire l'argomento e spero davvero di averne l'occasione...
Trovo anche delle grandi birre: dalla Ley Line di Beppe alla Rebelde "randalizzata" di Cesare, la Straff mi convince che tutta la linea di Extraomnes è di valore, anche quando finisce a sfumare un risotto leggermente "mattonato" come consistenza, ma di equilibrata armonia come gusto. La Confine tagliata con grappa di Chianti mi segnala qualche scricchiolio nella mia tenuta. Ha dei profumi da centerbe, da amaro fatto da monaci sconsacrati in qualche cripta, ma è un giochino penso tipico "da Merla" e le chiacchiere con Beppe, che ogni volta mi regala perle di saggezza imprevedibili, e con Cesare valgono qualsiasi psicotica sperimentazione. Il tempo stringe e la neve cade copiosa. Da inguaribile ottimista non mi preoccupo. E lascio il tempo scorrere in una fitta quanto utile conversazione con Stefano Ricci, che mi regala parecchi spunti di riflessione sul futuro (devo ancora metabolizzare tutto, ma sento alcuni semi germogliare...), poi con Anna Managò e Alessio Leone (gli Ike e Tina Turner della birra artigianale italiana, senza botte e separazione però).
E... il "merlo" delle birre... |
La parte razionale e lungimirante di me (mia moglie) mi fa capire che le cose potrebbero mettersi male. La neve attacca come colla e, quando saliamo in auto, mi rendo conto che essere realisti, quasi sempre, significa essere intelligenti.
Ok, impostiamo il navigatore direzione Milano e il nostro, da brava intelligenza artificiale, ci disegna la via più breve per agguantare l'autostrada. Più breve, mica la migliore. Il viottolo di campagna sfuma tra la nevicata sempre più vorticosa e i campi che mi ricordano l'Adriatico di notte attraversato in traghetto da Brindisi a Patrasso. In una parola: minacciosi. Scelgo la velocità di crociera: 40 kilometri orari e mi sembra di stare fermo. Ma dopo l'ennesima curva secca a destra scopro che non lo sono. Tento la correzione con il volante. L'auto mi ignora. Tento il tocco delicato sul freno: l'auto sa di aver avuto un precedente proprietario e, evidentemente, di me ancora non si fida. Niente. Si va dritti verso il fosso del nostro tormento... Abbiamo il tempo di pensare che sono un imbecille. Io lo penso, credo lo pensi anche Valentina e sono abbastanza sicuro che lo stia pensando anche la Chicca, il nostro cane che stamane mi ha chiesto con lo sguardo di poter tornare da mia madre.
L'auto si adagia con un colpo secco sul mio lato, inclinata come la Costa Concordia... Ho appena inventato il "parcheggio alla Schettino", olé... Arriva di corsa un signore che aiuta la Vale ad uscire. Ci informa che anche lui è uscito di strada cento metri più avanti. "Mal comune mezzo gaudio", me lo tengo per me, anche perché il tizio ha appena chiamato il carro attrezzi. Riesco a twittare l'accaduto (ma si può?!?), raccogliere la solidarietà di Alessio Leone e farmi rimettere sulla carreggiata. Incredibilmente nessun danno, a parte qualche ammaccatura per la Vale, mia e dell'auto, ma possiamo riprendere il viaggio (dopo aver spento il navigatore come punizione). Andremo a passo d'uomo fino al primo autogrill, Milano ci accoglie semplicemente bagnata per la pioggia e ce ne andiamo a cena dagli amici con un ritardo di due ore. Le birre di Extraomnes che mi ha gentilmente regalato Schigi (a proposito, grazie ancora) sono integre, segno evidente che la qualità, per essere vera, deve anche essere durevole.
Questa è stata la mia prima Merla. Dubito fortemente di scordarmela. Dubito anche di non iscrivermi a un corso di guida su ghiaccio oppure di non insegnare al mio cane come si tira la slitta....