19 settembre 2006

Che cosa è buono e che cosa non lo è? E' buono quello che piace o è buono quello che corrisponde a una certa aspettativa, intellettuale peraltro, del gusto? Me lo chiedo da un po' di tempo andando alle degustazioni di qualsiasi cosa sia alimentare... Fino a che punto dobbiamo scervellarci per trovari aromi lontani come ricordi d'infanzia, note imprendibili anche per l'Uomo Ragno, sentori sfuggenti come un borseggiatore d'autobus...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bhe, si anch'io me lo chiedo spesso, ma poi mi rendo conto che gia' il fatto di avere questo dubbio e' per me una gran fortuna, perche' significa avere il dono di fermarsi.
Si assaggia per provare una nuova esperienza che puo' farci affiorare dei ricordi, stupirci o deludere le notre aspettative, quello che conta e' non essere soli, ma parlare per capire, per raggiungere la consapevolezza che quello che si e' fatto, per quanto contornato da semplici ed istintivi gesti e' una cosa grande e ci ha riempito il cuore!
Simona Petronitti

Anonimo ha detto...

Bhe, si anch'io me lo chiedo spesso, ma poi mi rendo conto che gia' il fatto di avere questo dubbio e' per me una gran fortuna, perche' significa avere il dono di fermarsi.
Si assaggia per provare una nuova esperienza che puo' farci affiorare dei ricordi, stupirci o deludere le notre aspettative, quello che conta e' non essere soli, ma parlare per capire, per raggiungere la consapevolezza che quello che si e' fatto, per quanto contornato da semplici ed istintivi gesti e' una cosa grande e ci ha riempito il cuore!
Simona Petronittiiempito il cuore!
Simona Petronitti