Mi capita sempre più spesso di ricevere comunicazioni relative alla proclamazione dai dieci migliori ristoranti del mondo oppure dei dieci migliori vini, dei dieci migliori chef e via dicendo. A volte sono dieci, a volte sono cento. Poco importa. Le leggo con crescente perplessità e distacco. Le stesse comunicazioni infatti mi raccontano di vaste giurie di giornalisti ed esperti che si sono impegnate nello stilare pareri e decretare giudizi e, immagino, di valenti esperti informatici che hanno passato intere nottate a elaborare classifiche. Mai nessuno che fa nomi e cognomi di chi ha veramente votato. Mi ricordo bene di una rivista che quasi ogni anno annunciava una classifica stellare spiegando di aver coinvolto centinaia, a volte anche più di un migliaio, dei soliti esperti e giornalisti (ma quante volte voteranno in un anno?) di tutto il mondo. Il titolo era sempre più o meno questo: ".... oltre tremila esperti hanno eletto...". Esasperante. Soprattutto perchè a essere coinvolti erano veramente i tremila e rotti esperti, ma a rispondere erano sempre la stessa manciata di "grafomani sondaggisti", quelli che probabilmente si fanno tutti i test estivi sotto l'ombrellone. L'importante è barrare caselle... E allora si capisce che un conto è dire "oltre tremila esperti hanno eletto" (wow!) e un altro è spiegare "una settantina di amici ci hanno risposto e hanno detto che..." (sigh!). Così mi sono deciso e anche io mi sono fatto il mio bel sondaggino e sono lieto, anzi di più orgoglioso, anzi commosso, di poter dire che "... oltre trecento esperti hanno eletto..." il sottoscritto come miglior giornalista dell'anno! Niente male eh? Ok, d'accordo, si deve essere sinceri se si vuole andare in Paradiso.... Ho mandato la domanda-sondaggio "Chi è il miglior giornalista dell'anno?" a tutti i miei contatti mail, oltre trecento. Mi ha risposto solo mia madre: "Sei tu tesoro". Non vale? Come non vale.... Non è il risultato quello che conta?
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