Forse è davvero la volta buona. Ancora qualche giorno sul notebook e poi la consueta dissolvenza per un paio di settimane. Ovviamente senza guardare mail, accendere il cellulare, lurkare (ho imparato una parola nuova) in giro tra blog e forum altrui. Come sempre arrivo a luglio un po' nauseato anche se sono consapevole che, dopo due giorni passati al sole come un ramarro, mi assalirà la crisi di astinenza da tastiera. Poco male, ho parecchie birre da bere con calma e alcuni libri da leggere il più rapidamente possibile. Per poterne poi acquistare altri, ovviamente. Di sicuro mi porterò via l'ultimo di Don Winslow, Il potere del cane, perché il primo, L'inverno di Frankie Machine, bruciava tanto andava via veloce. Chiuderò anche la lettura di tutto, o quasi, quello che ha scritto Edward Bunker con Mia è la vendetta e poi passerò a Gore Vidal e al suo Giuliano. Ma, visto che delle mie letture potrebbe anche, legittimamente, fregarvi poco, segnalo un libro che mi sembra promettere bene ovvero Birra e Vino di Charles Bamforth, uscito da poco per Donzelli Editore. Da qualche parte ho letto una recensione che metteva in evidenza i differenti approcci alla comunicazione e al marketing da parte dei produttori di vino e quelli di birra e sono abbastanza curioso di sapere se, alla fine, sarò d'accordo con l'autore oppure no. Questi ultimi giorni milanesi sono trascorsi ammanettati alla scrivania con uno stacco gratificante per la festa del Bi-Du a Bizzarone domenica scorsa. Il locale Le birre del Bi-Du mi è piaciuto parecchio, rivedere Beppe Vento e gli altri birrai presenti anche di più. Tra le birre assaggiate, quelle che mi hanno colpito maggiormente sono state la Yerba del Bi-Du e la Dau' del Troll, la prima per quella definita nota aromatica che mi ha fatto venire voglia di correre al mio take away indiano preferito, la seconda perché si lasciava bere da sola. Buona senza bisogno di impressionare, come chi è talmente sicuro di sè da non avere nemmeno bisogno di dimostrarlo.
11 commenti:
Anche io ho letto qualcosa riguardo al libro di Bamforth in rete e lo ho mandato a prendere.. Confidando nelle poste per averlo prima delle ferie, spero che sia una lettura interessante e adatta anche a chi, come me, non conosce bene i "retroscena" storici delle due bevande. Inoltre qualche disquisizione "tecnica" per esempio sugli abbinamenti a confronto sarebbe interessante.
Non resta che attendere, e leggerlo :)
PS: Buone ferie ( in anticipo ;) )
Ciao
Interessante titolo e tesi…che da estimatore della birra quanto del vino, conoscitore dei due mondi, divulgatore e relatore sul tema non puo’ che trovarmi d’accordo e porto avanti da tempo!!
Non conoscendo bene l’autore ho fatto qualche ricerca…professore di chiara fama, autore di numerosi pubblicazioni e libri sul tema…sicuramente un super esperto…ma come riportato sul suo CV Anheuser-Busch Endowed Professor
http://foodscience.ucdavis.edu/bamforth/whoAmI.html
Anheuser-Busch che e’ la multinazionale che produce la Bud e derivati..quanto di piu’ simile ad acqua minerale colorata…
Comprerò il libro per non avere una posizione preconcetta ma mi e’ difficile credere a chi collabora con le grandi multinazionali iperindustriali della birra sia la persona giusta per scrivere su quanto la birra di qualità possa avere pari dignità del vino…e’ come se enologo di Caviro (tavernello 4o vino piu’ bevuto al mondo) scrivesse un libro sulla nobiltà del tetrapak rispetto al vetro !
arzaman
arzaman, compreresti un libro di enzo braschi, che faceva il paninaro a drive in, cui parla dei nativi americani?
Non sempre (quasi mai) il lavoro "primario" che qualcuno fa riflette le sue competenze o le sue passioni.
E bisogna pur mettere insieme il pranzo con la cena in qualche modo.
Che fine ha fatto Marco Bolasco ?
Hai notizie ?
@Luca: buona lettura e buone ferie anche a te. Poi ci confronteremo post lettura...
@Arzaman: mi hai ftto venire la curiosità di sapere veramente chi sei... Per il resto non sono molto d'accordo con te: conosco birrai industriali laureati a Weihenstephan che hanno lavorato nell'industria e credo fortemente che, sulla birra, ne sappiano tanto... Molto di più della maggior parte degli artigiani... Per cui il libro lo leggerò con mente aperta e senza preconcetti...
@Carcamanno: condivido ogni singola parola. Ma forse non intendevi Giorgio Faletti?
@Paolo Mazzola: onestamente non so dove sia finito Marco, ma presumo che presto rispunterà fuori...
no no, proprio enzo braschi. E' uno dei massimi esperti italiani di nativi americani.
http://www.enzobraschi.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Braschi
chi l'avrebbe detto eh
Va bene ...mi avete convinto... passione e lavoro sono disgiunte (se vi dicessi che lavoro faccio io !! )..niente preconcetti etc etc.. ordinato il libro...
@ Maurizio sono un tuo collega sommelier...un po' eretico a portare avanti in ambito AIS la birra..e assiduo lettore tuoi articoli su DeVinis. Contattami in privato..penso abbiamo piu' di una passione in comune :-)
arzaman
@Carcamanno: ho sempre pensato che non si smette mai di imparare...
@Arzaman: sono contento di avere almeno un lettore su De Vinis! Allora ci si rivede a settembre su questo minischermo per commentare il libro! Però non so come contattarti in privato: la mia mail è mmaestrelli@yahoo.it
Ciao Maurizio,
Ferie finite.... libro letto ?
Io lo ho trovato interessante, forse a causa del terreno fertile che ha trovato. Non saprei dirti se in quelle pagine ci sono grossi errori o divulgazione "pubblicitaria", ma mi sembra che il confronto tra le due bevande sia stato costruito prendendo in esame tutti gli aspetti fondamentali. Preconcetti, tecnica, gusto, abbinamenti e questioni commerciali costituiscono una visione a 360°.
Per un profano come me è stato interessante conoscere un po' più in dettaglio l'aspetto tecnico delle rispettive produzioni, oltre che capire quali possano essere i criteri di valutazione "in anticipo" delle possibilità di una vigna o di una raccolta di orzo.
Nel complesso mi sembra che pur dichiarandosi "di parte" in favore della birra, Bamforth abbia condotto un paragone abbastanza leale. Forse ha aperto gli occhi di qualche diffidente in merito alla birra, ma conclude ammettendo che i de mondi hanno qualcosa da imparare l'uno dall'altro.
Insomma, per me è una lettura interessante. A te come è sembrato ? :)
Caro Luca,
sei stato più bravo di me... Io sono ancora agli inizi del libro in questione e non posso esprimere un giudizio, ma da oggi mi applico e a breve se ne riparla...
@Arzaman: se mi leggi qui, ho ricevuto la tua mail, ti risponderò prima possibile... Sorry!
Ciao Maurizio,
confesso di aver acquistato subito il libro e di averlo letto ( a tappe) durante l'estate. L'ho trovato indubbiamente interessante, anche se, da appassionato di birra artigianale, non capisco una cosa. L'autore sottolinea più e più volte l'importanza della "stabilità" del prodotto industriale (gusto identico anno per anno, regione per regione) e l'incapacità di gran parte del mondo artigianale (vino compreso) di riuscire a mantenere questa stabilità -di colore, gusto, ecc- nel tempo. Ma se è proprio quello che piace di più nel settore artigianale!!!
Sì va bè, capisco, è antipatico comprare un bottiglia da 75cl e trovarla infetta. Ma se il prodotto mantiene in sostanza le sue caratteristiche, discostandosi magari per un tocco diverso sulle quantità di luppolo da aroma, piuttosto che per una maturazione più o meno lunga, la cosa non mi tocca per niente, anzi. Non so, forse è l'unica nota negativa di lun libro comunque leggibile e pieno di spuinti interesanti, soprattutto sul versante del vino (settore che conosco mooolto poco).
ciao
Tony
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