8 dicembre 2010

Remember Hawaii

In una giornata paciosa, benché gelida, come quella odierna la mia mente vola alle Hawaii e il mio cuore si strugge. Dopo questo attacco da libro Cuore (sic) proseguo segnalando a chiunque avesse l'opportunità di sciropparsi un numero notevole di ore di volo (ma da San Francisco sono solo cinque) la possibilità di godere delle favolose birre della Kona Brewing Company a Ohau, l'isola principale dell'arcipelago. Quella, tanto per intendersi, con Honolulu, la spiaggia di Waikiki e Pearl Harbour. E' qui infatti che, seminascosto in un'area commerciale, si trova il secondo flagship pub del birrificio hawaiiano più celebre. Solo birre Kona
L'insegna a Koko Marina
alla spina, e qualche referenza disponibile anche in bottiglia, ovviamente e una cucina che mescola cibo da pub con contaminazioni isolane. Come spesso accade negli Usa, la scelta migliore è quella di avventurarsi nel cosiddetto "sample", bicchierini monodose che permettono di fare un giro quasi completo di tutte o quasi le etichette. D'accordo, è più triste che avere una pinta in mano ma si rischia meno all'uscita e quando ci si rimette in auto. Complessivamente va detto che quelli di Kona sanno il loro mestiere, nel senso che tutte le loro birre sono più che corrette con punte di notevole interesse soprattutto per le specialità "creative"....
Il "sampler"
Dalla Longboard Island Lager, luppolata ma equilibratissima lager da bere a qualsiasi ora della giornata, alla Fire Rock Pale Ale, una delle migliori a mio avviso, passando per, appunto, le più caratterizzate Wailua Wheat, birra di frumento con frutto della passione che le dona un tocco vagamente esotico e per niente stucchevole, alla morbida Pipeline Porter dove appare, tra gli ingredienti, una percentuale di caffè Kona coltivato su Big Island (dove si trova lo stesso birrificio). Birre dunque, anche in un posto vacanziero come sono le Hawaii, che non si rivelano mai blande o semplicemente beverine ma che sanno differenziarsi dalle, sempre presenti, grandi marche industriali. Ma, oltre alla qualità, mi piace sottolineare la grande attenzione che i birrai di Kona dedicano all'immagine dei loro prodotti. Etichette colorate e sgargianti, immagini quasi fumettistiche e sempre legate all'immaginario hawaiiano (le onde, il surf, le fanciulle che ballano la hula, le cascate...), merchandising (magliette, cappellini, portabottiglie, minitavole da surf) e via dicendo. Segno evidente che, da queste parti, la qualità del prodotto va di pari passo con l'immagine. Parola non demonizzata per ipocrite crociate pauperistiche o per, come nella maggior parte dei casi, menefreghismo da artigiano irsuto, ma colta nelle sue potenzialità di vendita e di successo. Certo, la qualità costituisce le fondamenta della casa, ma senza il tetto non ci entrerà mai nessuno. Detto questo, mi posso pure godere il tramonto...

Tramonto a Waikiki


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