A tu per tu con Mike Murphy (Courtesy Ph. Emanuela Marottoli) |
Queste righe servono quindi anche a chiedere scusa a tutti quelli che non sono riuscito a salutare o a coloro a cui ho dedicato troppi pochi minuti. Ho avuto tempo di partecipare al dibattito sulla "Birra artigianale all'estero" e a quello sulla "Birra artigianale". Entrambi organizzati da Interbrau all'interno della rassegna Birramoramento. A tal proposito devo fare i complimenti allo staff Interbrau: l'allestimento a "modello diffuso" è stata una scelta vincente rispetto al "modello Fort Apache" di precedenti edizioni. Non solo per la percezione effettiva di una proposta birraria davvero impressionante per qualità e diversificazione, ma anche per la possibilità molto più immediata ed "open" di poter assaggiare birre diverse e dialogare con i rispettivi produttori. Che l'azienda padovana stia crescendo anno dopo anno è sotto gli occhi di tutti: sottolineo in velocità l'ingresso delle birre del buon Moreno Ercolani nel loro portafoglio...
In merito ai convegni mi sembra di poter dire che c'è stata una discreta affluenza, stante i ritmi vorticosi della fiera e del fatto che i più preferiscono assaggiare e chiacchierare piuttosto che ascoltare un dibattito. Sul tema dell'export mi sono sentito in dovere di sottolineare la notizia distorta resa pubblica da Coldiretti, che citava un +20% della birra italiana sul mercato UK. Il 20% è un risultato ascrivibile alla performance della sola Nastro Azzurro, marchio del gruppo Birra Peroni, a sua volta di proprietà Sab Miller, multinazionale con quartier generale a Londra. Il risultato è quindi loro, spacciarlo come "trionfo della birra italiana" mi è sembrato quantomeno fuorviante...
Sul fronte degli assaggi un disastro totale: ma nel senso che non ho assaggiato praticamente nulla e su quello che ho bevuto non ho niente da dire, considerato il mio raffreddore e il mio mal di gola.
Ergo per me una fiera sottotono e una visione parziale (ho messo piede solo nello spazio dedicato ai birrifici artigianali e in quello di Interbrau) che tuttavia è stata molto positiva. Sul resto ho solo delle sfocate istantanee di stangone bionde in microvestitino di lamé dorato. Forse certe cose a Rimini non cambieranno mai.
Infine, rientro apocalittico con regionale "fintoveloce" per Bologna, mancata coincidenza con il FrecciaRossa delle 19.35, ritardo di un'ora del FrecciaRossa successivo per via di un "finto suicidio" (questa l'ho saputa il giorno dopo) sui binari. Bellissimo osservare che già alle 20 la stazione di Bologna Centrale è morta come un cambio diligenze sperduto nel Texas di fine '800. L'Italia è davvero un "grande" Paese. Tuttavia se fosse un "piccolo" Paese sarebbe meglio. Potremmo tutti girare in bici e risparmiarci la solita "lotteria" di Trenitalia...
In merito ai convegni mi sembra di poter dire che c'è stata una discreta affluenza, stante i ritmi vorticosi della fiera e del fatto che i più preferiscono assaggiare e chiacchierare piuttosto che ascoltare un dibattito. Sul tema dell'export mi sono sentito in dovere di sottolineare la notizia distorta resa pubblica da Coldiretti, che citava un +20% della birra italiana sul mercato UK. Il 20% è un risultato ascrivibile alla performance della sola Nastro Azzurro, marchio del gruppo Birra Peroni, a sua volta di proprietà Sab Miller, multinazionale con quartier generale a Londra. Il risultato è quindi loro, spacciarlo come "trionfo della birra italiana" mi è sembrato quantomeno fuorviante...
Sul fronte degli assaggi un disastro totale: ma nel senso che non ho assaggiato praticamente nulla e su quello che ho bevuto non ho niente da dire, considerato il mio raffreddore e il mio mal di gola.
Ergo per me una fiera sottotono e una visione parziale (ho messo piede solo nello spazio dedicato ai birrifici artigianali e in quello di Interbrau) che tuttavia è stata molto positiva. Sul resto ho solo delle sfocate istantanee di stangone bionde in microvestitino di lamé dorato. Forse certe cose a Rimini non cambieranno mai.
Infine, rientro apocalittico con regionale "fintoveloce" per Bologna, mancata coincidenza con il FrecciaRossa delle 19.35, ritardo di un'ora del FrecciaRossa successivo per via di un "finto suicidio" (questa l'ho saputa il giorno dopo) sui binari. Bellissimo osservare che già alle 20 la stazione di Bologna Centrale è morta come un cambio diligenze sperduto nel Texas di fine '800. L'Italia è davvero un "grande" Paese. Tuttavia se fosse un "piccolo" Paese sarebbe meglio. Potremmo tutti girare in bici e risparmiarci la solita "lotteria" di Trenitalia...