10 dicembre 2010

Unionbirrai: la posizione di Claudio Cerullo

Le righe che seguono dovevano essere un commento al mio post "Unionbirrai: ripartire o perire". Ma considerato l'autore, Claudio Cerullo di Birra Amiata, e le cose che scrive ho deciso, dopo aver avuto il suo "via libera", di farne un post specifico. E' la prima volta che su questo blog succede. Se ci saranno validi motivi, non sarà l'ultima. E' ovviamente una questione di visibilità ma anche di maggior disponibilità alla discussione...
M.M.

Concordo sul fatto che la birra artigianale italiana è come un ragazzo cresciuto in fretta, preda di amori, idoli e passioni sempre diverse e talvolta l'una in contrasto con l'altra. E' il momento di fare chiarezza, ordine, di passare da un idea del birraio meno bohemienne, genio e sregolatezza e più con idee chiare, obiettivi specifici ed una strategia reale e lineare. Come dici giustamente, che uno scelga con chiarezza che birra vuol fare e per quale segmento.
Questo non vuol dire che le immagini sognanti di birrai che attraversano campi di orzo verranno sostituite da immagini impersonali di business, ma significherà il passaggio a qualcosa di più strutturato, ad una seconda generazione, come è già avvenuto in altri settori artigianali.
Per fare questo occorre che gli artigiani con un DNA comune si uniscano non in Assobirra, la casa degli industriali, ma sotto un tetto costruito su misura per i loro bisogni e cerchino di crescere essi stessi al loro interno e che diano un contributo alla crescita del settore, magari collaborando con altre realtà su obiettivi comuni. Questo il mio pensiero. Peccato per Unionbirrai, ma chi vuol dare chances a chi non ha mai scelto da che parte stare? Dopo l'ingresso in Assobirra c'è stata una mobilitazione di molti (me compreso) per spingere UB a posizioni più critiche, ma senza successo. Pensa che sono associato dal 2006 e nell'ultima newsletter non si cita la mia birra di Natale, mentre però si citano altre di birrifici non associati...ma fosse solo questo. Nessuno mi aveva informato dell'ingresso di Lelio, o del presidente UB e ad una settimana dall'assemblea non ho ancora potuto leggere le modifiche allo statuto che si vorrebbero apportare. Simone è un amico ed ha tutta la mia stima, ma si è trovato a lavorare nelle sabbie mobili delle decisioni non prese e dei fondi insufficienti. Nelle aziende si dice che è più semplice partorire un altro bambino che resuscitare un morto, in pratica è più facile fare una nuova associazione che resuscitarne una che ormai brancola nell'asfissia.


Claudio Cerullo - Birra Amiata

Però proprio per il fatto che ho versato quote dal 2006, che ho nell’etichetta il logo Unionbirrai, per il fatto che ci siano dei soci benemeriti a vita, per il volontariato, per il sentore dei padri fondatori, che ancora si percepisce, per il nome, benché usato anche per personalismi anziché solo ed esclusivamente per il bene comune, noto a molti operatori internazionali, mi dispiacerebbe veder perire Unionbirrai, anche perché credo che possa essere ancora utile. Infatti gli artigiani possono darsi regole e servizi di utilità quotidiana, però necessitano di partner credibili ed organizzati nell'opera di formazione non tanto e non solo dei consumatori, ma anche degli operatori (esercenti, camerieri, barman etc.) che poi dovranno spiegare e far conoscere i prodotti da loro selezionati ai clienti. Credo che dopo la migrazione di molti HB su Mobi ed il possibile travaso di molti birrai, l’ultimo treno, seppur onorevolissimo (e comunque la storia già oggi gli riconosce questa attività), possa essere quello della formazione, della creazione di una cultura birraria, non solo ristretta alla degustazione fine a se stessa, ma alla conoscenza degli stili e delle origini, dei possibili abbinamenti in cucina, del bere responsabile, e perché no, della storia del movimento in Italia. Per far questo anche qui servono piani, obiettivi, fondi, mandati. Non si può candidarsi senza avere i requisiti. Io sarò all’assemblea, nella speranza che si possa lavorare per creare una struttura utile e propositiva per la formazione, che veda persone retribuite e volontari lavorare fianco a fianco per organizzare qualcosa di serio ed importante, ma soprattutto visibile all’esterno dai media e dai consumatori. Questa a mio modesto parere è la strada, il senso di marcia da percorrere, per evitare che UB muoia o che sia strumentalizzata da qualcun altro che potrebbe volerla usare per distruggere ciò che potrebbe nascere e non per far crescere il movimento come necessiterebbe.
Claudio Cerullo

3 commenti:

Bad Attitude ha detto...

Claudio è uno dei birrai più preparati e delle persone migliori che abbia conosciuto. Il suo sentimento ed il suo pensiero sono chiari e senza tentennamento.
Quoto appieno il suo commento che mi sembra riassuma benissimo ciò che necessita fare oggi.
Lo invidio perché sa essere coinciso e mai polemico.
Mi fa piacere sapere che sarà in assemblea, cui anche io prenderò parte. E sarò onorato di farlo in presenza di persone di tale spessore.

Schigi ha detto...

Grande Claudio!
Anche se avessi qualcosa in contrario, la foto pubblicata mi rende particolarmente d'accordo con te. ;-)

MondoBirra ha detto...

Intervengo solo per una precisazione, visto che mi sento tirato in causa sull'articolo delle Birre di Natale.

Claudio, il mio censimento è partito un mese fa e solo adesso, tu come tanti birrai mi state rispondendo alle mail, dopo un secondo sollecito.

Io ce la metto tutta a occuparmi del vostro settore che sento anche mio solo per la passione che ci accomuna, ma anche voi birrai dovete darvi una mano collaborando un pò di più anche con i mezzi di informazione

Scusa dello sfogo...

Marco che adora il settore, non solo i birrai soci UB...