8 novembre 2010

Merano, la pils e il caviale

Due giorni a Merano per il notevolissimo (per affluenza e per rango di produttori) Wine Festival. Sono riuscito nella quasi incredibile impresa di non assaggiare alcun vino (tranne Prosecco e Cartizze di Le Colture) perché, per la prima volta, debuttavano le birre. Dieci produttori inclusa la "padrona di casa" Birra Forst e la "della famiglia" Menabrea, a seguire Amarcord, Birrificio del Ducato, Cittavecchia, Bruton, 32 Via dei Birrai, Turbacci, Zahre e Monastero di San Biagio (che ho assaggiato per la prima volta e su cui tornerò nei prossimi giorni). Location: la centralissima Kurhaus (si dirà al femminile o al maschile? Boh...)

L'ingresso della Kurhaus. Il biglietto costava 80 euro!

Pubblico numeroso con un biglietto da tagliar le gambe a sbevazzatori casuali, stand birrari piccolini ma attaccati uno all'altro. Sensazione, non mia ma dei protagonisti, positiva con inevitabili smagliature da debutto. Si può senza dubbio fare meglio il prossimo anno. Di sicuro c'è da correggere il tiro sulle birre in degustazione nel senso che i nostri potevano mettere in assaggio solo tre esempi della loro arte. Così mentre ho provato quasi tutte quelle di Zahre (fantastica l'Affumicata e sempre buona la Canapa), mi è sfuggita l'Ultima Luna del Ducato e tante altre belle loro cosette sulle quali spero presto di poter mettere le mani e il palato. A Merano si fa così ma, onestamente, non ne capisco il motivo. Solita marcia in più per il 32 Via dei Birrai, sia sotto il profilo della qualità dei prodotti di Fabiano sia dal punto di vista della grafica, design etc (torneremo presto anche su questo). D'altro canto 32 mi sembra proprio l'unico birrificio artigianale italiano che può vantare un'apparizione sull'iper elitaria rivista di design Wallpaper e scusate se è poco...

Le birredi Zahre. I ragazzi di Sauris hanno rinnovato il loro website
Serata con relativa cena nella dimora (definirla casa mi sembra riduttivo) della "first lady" della birra italiana ovvero Margherita Fuchs von Mannstein. Ospite straordinariamente affabile che ha saputo vincere un certo timore reverenziale provato dalla ridotta pattuglia giornalistica (almeno così è stato per me) di fronte a un arredamento degno dei migliori servizi di AD. Abbiamo naturalmente bevuto Birra Forst scoprendo un insospettabile ma affascinante abbinamento tra la Pils di casa e il Caviale Beluga con blinis all'orzo e luppolo. Il caviale era quello, eccellente a mio avviso ma molto più abbordabile - meno male - della bresciana Calvisius, geniale idea di un imprenditore lombardo del quale si dovrebbe scrivere di più, visto che, tra le altre cose, sembra esportare addirittura in Russia. Ma l'abbinamento è stato davvero ben fatto grazie a una pils che, volutamente, non è "troppo pils" nel senso amaro del termine e un caviale sì salato, ma molto delicato. Dopo tanta esclusività e atmosfera quasi d'altri tempi, rientro a Milano con "dimenticanza grave" al distributore di Brescia e conseguente "gita" di recupero. Come si dice, chi non ha la testa ha le gambe. O per lo meno, le ruote...

4 commenti:

Schigi ha detto...

Cioè, tu vai a Merano, non assaggi vino, ti ammazzi di Forst e uova di lompo...e lo scrivi pure?
Come diceva Michele Apicella:"Continuiamo così, facciamoci del male!"

Maurizio ha detto...

Non lompo, ma caviale autarchico... Tanto per restare in tema "Sacher"...

davide ha detto...

O citando l'immenso sergio caputo "ma il mio cuore piange al ritmo del bongo e la bestia che si agita in me sta abboffandosi di uova di lompo e chardonnay "

Maurizio ha detto...

Ah beh, qui andiamo sul difficile.... :-)